Vienna 8 luglio 776.

Signor Rovatti Amatissimo

Dovrei scrivervi, mio carissimo signor Rovatti, un lungo trattato non una lettera, rispondendo all’amorosissima vostra del 21 dello scorso giugno a seconda del desiderio, e del piacere ch’io sento nel ragionar con esso voi; ma le scarse mie fisiche facoltà e l’abbondanza de’ miei debiti con persone che mi onorano della loro corrispondenza, mi costringe mio malgrado a misurare i miei desideri con la sufficienza mia. Sempre le vostre lettere mi sono e mi sono state care, ma quest’ultima vince appresso di me di merito ogn’altra assicurandomi della prospera, e stabile vostra salute, della quale ho così lungamente tremato. Conservatela mio caro amico gelosamente al contento di chi conosce il merito vostro e vi ama a proporzione; et al vantaggio delle lettere delle quali io già vi considero benemerito promotore, et ornamento. Continuate costantemente a coltivar quella provincia che avete eletta per l’impiego degli studi vostri, e per la quale io credo che vi abbia formato la natura, e continuate a considerarmi sempre l’invariabile vostro tenero, grato, e vero amico e servitore

Pietro Metastasio

 

[P.S.] Venendo il raccomandato israelita#1 con la vostra lettera farò conoscergli quanto appresso di me lo qualifichi il vantaggio d’esserne portatore.

L’«ebreo che ama di far di uomo di lettere e che ora è andato in Inghilterra, e in Ollanda, e forse farà ancora il viaggio di Vienna» di cui si parla nel poscritto della lettera del 21 giugno 1776.