Giuseppe Rovatti (Modena 1746-1812) nacque nel quartiere della Crocetta il 23 novembre del 1746. Era il nipote di Giuseppe Riva, ministro estense alla corte viennese, musicologo e intimo corrispondente di Metastasio negli anni Trenta, nonché revisore delle sue opere per l’edizione Bettinelli. Pur non essendo del tutto estraneo alla vita culturale del Ducato a fine Settecento (gli verrà anche offerta la cattedra, che rifiuterà, in Storia Naturale nell’appena riformata università), di Rovatti abbiamo soprattutto testimonianze autografe. Le nutrite conversazioni epistolari non sono avare di dettagli sulle sue vicende: le osservazioni compiute nella prediletta villa di Solara, a poca distanza di Modena, la cura con alterni risultati delle opere di Antonio Vallisneri e Lazzaro Spallanzani, gli incessanti progetti di poemi su tutto lo scibile, il rapporto con gli otto fratelli, i malesseri, la definitiva vocazione entomologica, poi a sua volta abbandonata per dedicarsi all’amministrazione dei terreni del marchese Vincenzo Frosini. In questo senso, l’indispensabile pietra di paragone per il carteggio metastasiano è quello tra Rovatti e Spallanzani, durato dal 1768 al 1796, tre anni prima della morte dell’insigne biologo. Pur nella loro difformità di fondo, le due corrispondenze mostrano tangenze significative. È vero che i più specifici tecnicismi di carattere naturalistico sono riservati soprattutto a Spallanzani, ma Rovatti non rinuncia mai a ragguagliare anche Metastasio con dettagliati resoconti delle proprie osservazioni e «sperienze», secondo il modello dell’amato «gran Vallisneri», senza curarsi troppo delle manifestazioni d’interesse alquanto tiepide (quando non del tutto assenti) da parte del suo interlocutore. Come accade negli scambi con Spallanzani, anche per il carteggio metastasiano sono in particolare gli anni tra il 1767-68 e il 1771-72 quelli di più intensa attività epistolare. È il periodo più fertile per un giovane ancora indeciso su quale delle sue tante passioni perseguire, e che ha la fortuna e l’ostinazione di poter chiedere consiglio a due illustri maestri. Se però l’entusiasmo non sembra destinato a scemare, via via si ridurrà il tempo dedicato agli studi, a causa certo della necessità di dedicarsi ad attività più redditizie, come quelle amministrative (Rovatti, morto nel 1812, non si sposò mai, e i suoi ultimi lavori scientifici completi risalgono al 1780) ma anche per via di una salute cagionevole; ed è qui, forse, che si può individuare un sotterraneo motivo di simpatia con Metastasio, tra le reiterate preoccupazioni al limite dell’ipocondriaco o le geremiadi sul rigido clima viennese da parte del poeta nell’epistolario e le continue «febri» che assillano Rovatti e che sembrano accompagnarlo costantemente, con tutta probabilità anche a causa della sua dedizione alla pratica scientifica.

Gli autografi di Rovatti sono conservati presso la Biblioteca Estense di Modena, in particolare presso l’Autografoteca Campori nel fascicolo «G. Rovatti» e nei Manoscritti Campori, che oltre a parti del carteggio con Metastasio (ms. γ X. 3. 1. e 10.) custodiscono diverse opere manoscritte, tra cui il poemetto Della origine delle fontane. Poemetto fisico, mss. γ M. 3. 13 e  gamma Y. 5. 48, a Pioggia e Meteora, ossia note al poemetto delle pioggie, ms. γ M. 3. 14, e il Saggio sopra gl’insetti, indirizzo a Madamigella ****, ms. γ M. 3. 12. Il.

Per quanto riguarda la produzione a stampa, oltre alle opere rimaste manoscritte rimangono Dell’origine delle fontane. Componimento poetico in versi sciolti di Giuseppe Rovatti scritto al Sig. Abbate Pietro Metastasio e dedicato a Sua Eccellenza il Sig. Marchese Antonio Pallavicini, Modena, Montanari, 1770; Epistola in versi di Giuseppe Rovatti sopra il poema di Dante scritta al Sig. Ab. Pietro Metastasio e dedicata S. E. il Sig. Marchese Alfonso Fontanelli Consigliere Intimo di Stato di S. A. S., Modena, Società Tipografica, 1772; e la Lettera, che serve come di prodromo della storia di una piccola spezie di lumaconi-mignatte di acqua dolce, «Nuovo Giornale de’ Letterati d’Italia», Modena, vol. X, 1776, pp. 116-159, inviata al grande naturalista Albrecht Von Haller.

 

Bibliografia

Roberta Cottafava, Giuseppe Rovatti: un accademico modenese, in Il cerchio della vita. Materiali di ricerca del Centro Studi Lazzaro Spallanzani di Scandiano sulla storia della scienza del Settecento, a cura di Walter Bernardi e Paola Manzini, Firenze, Olschki, 1999, pp. 251-262.

Dario Generali, Antonio Vallisneri. Gli anni della formazione e le prime ricerche, Firenze, Olschki, 2007, pp. 184-188 e passim.

Marita Teresa Monti, Spallanzani e le rigenerazioni animali: l'inchiesta, la comunicazione, la rete, Firenze, Olschki, 2005, pp. 181-191.

Walter Spaggiari, Scheda per l’epistolario di Metastasio, «Giornale Storico della Letteratura Italiana», CLXXVI, 1999, pp. 99-109.