Nota al testo - edizione delle lettere di Pietro Metastasio

I.    Stratigrafia testuale e scelta del testo base

1.    Considerazioni preliminari

Le fonti dell’epistolario di Metastasio comprendono autografi, idiografi, edizioni a stampa, con una messe di materiali che nell’arco di quasi tre secoli hanno originato una stratigrafia testuale di notevole complessità; il risultato è che ogni lettera – trasmessaci all’interno di raggruppamenti di entità variabile e non sempre facile circoscrizione – ha una sua peculiare tradizione testuale. Ne consegue che non è possibile stabilire un testo base omogeneo che valga per tutte le missive.

2.    La scelta di un “testo base”

Nel tentativo di restituzione attendibile di un “testo base”, per ogni missiva metastasiana si è scelto di privilegiare la lettera autografa effettivamente spedita, se ancora esistente. In mancanza di questa, il testo base viene individuato nella redazione manoscritta congetturalmente più antica fra le superstiti, con opportuna segnalazione in apparato delle varianti di eventuali altri testimoni manoscritti. 
In presenza di un testimone manoscritto non datato e non appartenente alla tradizione d’autore, come testo base viene privilegiata la prima stampa, con eventuale indicazione in nota di particolarità relative alla lettera manoscritta. Come per le lettere con esclusiva tradizione a stampa (cfr. I.4), non si dà apparato, in quanto non vengono fornite le varianti esclusivamente documentarie (una logica diversa segue invece il commento, che può riportarle qualora significative per la storia editoriale del testo).
In mancanza di testimoni manoscritti, si ricorre alle stampe. Il secondo filone per la ricostruzione dell’epistolario è infatti costituito da una nutrita tradizione a stampa, che comprende sia raccolte autonome sia edizioni delle opere metastasiane con appendici più o meno ampie dedicate all’epistolario, senza contare testi extravaganti come vite, elogi, nuptialia e così via.
Data la molteplice varietà della tradizione epistolare a stampa, si è ritenuto anche in questo caso opportuno privilegiare il testo cronologicamente più antico, vagliato e confrontato con la tradizione a stampa successiva per verificare la presenza di eventuali macrovarianti d’interesse (cambio di data o destinatario, cassature, sezioni aggiuntive ecc.). 

3.    Tradizione manoscritta

Il nucleo più cospicuo di autografi e copie manoscritte è quello già in possesso di Giuseppe Martinez, segretario di casa di Metastasio. Confluito nella Österreichische Nationalbibliothek (= ÖNBW) dopo la morte del poeta (12 aprile 1782), è costituito da 19 codici che si elencano qui di seguito:1

Cod. 10174 Codice miscellaneo 3 lettere autografe di Metastasio
Cod. 10215 Lettere a Leopoldo 13 marzo 1734 - 27 dicembre 1762
Cod. 10216 Lettere a Leopoldo 3 gennaio 1763 - 23 settembre 1772
Cod. 10217 Epistolae italicae ad diversos 27 gennaio 1731 - 7 giugno 1783
Cod. 10268 Copialettere A  22 luglio 1754 - 9 febbraio 1767
Cod. 10269 Copialettere A1 23 luglio 1735 - 24 giugno 1747 (“preparatorio”)
Cod. 10269*  Codice miscellaneo 9 lettere autografe a Francesca Maria Torres Orzoni
Cod. 10270 Copialettere B 18 dicembre 1741 - 6 novembre 1752
Cod. 10271 Copialettere B 8 novembre 1752 - 9 febbraio 1756
Cod. 10272 Copialettere B 14 febbraio 1756 - 9 febbraio 1767
Cod. 10273 Copialettere B 13 aprile 1767 - 5 novembre 1772
Cod. 10274 Copialettere B 9 novembre 1772 - 13 dicembre 1781
Cod. 10275 Copialettere B 19 dicembre 1781 - 20 marzo 1782
Cod. 10276 Indice del Copialettere B   
Cod. 10277 Copialettere A  10 giugno 1745 - 3 agosto 1750
Cod. 10278 Copialettere A 22 aprile 1747 - 28 aprile 1751
Cod. 10279 Copialettere A 28 aprile 1751 - 22 luglio 1754
Cod. 10279*  Codice miscellaneo "Zibaldone" di Metastasio e altro 
(carte prevalentemente autografe di Metastasio)
Cod. Autogr. 3/119   tre lettere autografe

Fra i codici ora elencati sono individuabili 12 copialettere in due distinti gruppi (indicati qui per convenzione con le lettere A e B) che coprono gran parte dell’epistolario dal 1734 in poi e sui quali intervengono numerose mani, tra cui quella del poeta stesso. I copialettere della serie A2 sembrano presentare una fisionomia “di servizio” rispetto a quelli della serie B;questi ultimi paiono invece una sorta di “bella copia” in calligrafia, per quanto a più mani, forse pensata per una possibile edizione a stampa. Tale serie si rivela di particolare importanza anche perché il numero di lettere in essa contenute ammonta a 1571, pressoché l’esatta cifra che Martinez, scrivendo a Leopoldo Camillo Volta il 20 maggio 1782, a poco più di un mese di distanza dalla morte del poeta, aveva individuato come totale delle missive prossime alla pubblicazione sotto la sua cura e revisione.4
Seguono poi due codici autografi (10215 e 10216) con 340 lettere spedite da Metastasio a Leopoldo Trapassi dal 1734 al 1772 e poi rinviate all’autore su sua richiesta dopo il 1773, a seguito della morte del fratello. Tali codici possono in realtà essere ascritti alla serie B dal momento che, in fase di redazione degli stessi, il salto di numero riscontrabile nella sequenza cronologica rimanda direttamente alle missive leopoldine contenute nelle lettere autografe spedite, non ricopiate per economia, essendo nuovamente tornate al mittente.
Completano la serie un volume miscellaneo (cod. 10279*), definibile come una sorta di “zibaldone metastasiano”, contenente materiali di varia natura, per lo più già editi in appendice nei volumi curati da Brunelli; un volume manoscritto contenente le opere poetiche di Luigi Bandini (cod. 10174) che porta rilegate all’interno tre lettere autografe del poeta al Bandini stesso; due volumi, il primo con nove lettere indirizzate a Francesca Maria Torres Orzoni del solo anno 1761 (cod. 10269*) e il secondo contente tra gli altri i 14 autografi a Marianna Bulgarelli Benti (cod. 10217); un codice (cod. Autogr. 3/119) con tre lettere autografe di Metastasio. Materiali epistolari autografi o in copia sono poi conservati in numerose biblioteche e archivi di tutto il mondo e sono a tutt’oggi in fase di reperimento e individuazione. 
Di capitale importanza per il censimento degli inediti nel XIX secolo è il lavoro di raccolta effettuato da Giosuè Carducci, Lettere disperse e inedite di Pietro Metastasio, Bologna, Zanichelli, 1883, vol. I, proseguito da Camillo Antona-Traversi; nel XX secolo le ricognizioni di Antonio Costa, di Bruno Brunelli, di Joseph Guerin Fucilla5 e altri studiosi, culminati nel regesto di Corrado Viola,6 hanno arricchito di materiali inediti con approfondimenti critici relativi agli autografi metastasiani, con opportuni riferimenti alla successiva tradizione a stampa, senza tuttavia approdare a una nuova edizione criticamente e metodologicamente aggiornata.

4.    Tradizione a stampa

Le edizioni di lettere metastasiane – apparse in qualità di singole raccolte, appendici, esemplari preposti a drammi, elogi e miscellanee – sono, nel XVIII e nel XIX secolo, diverse decine. Si fornisce qui una tabella con le edizioni utili per un’attenta ricostruzione dell’intero corpus, con relative sigle:

As1783 Lettere del signor abate Pietro Trapassi Metastasio poeta cesareo nobile asisano raccolte, e pubblicate da un cittadino della medesima città, Assisi, Sgariglia, 1783.
Ro1784 Raccolta di lettere scientifiche, di negozj e famigliari dell’abate Pietro Metastasio romano, Roma, Puccinelli, 1784, 4 voll.
Ni1786-7  Lettere del signor abate Pietro Metastasio, Nizza, Società Tipografica, 1786-1787, 5 voll.
Fi1787-9 Lettere del signor abate Pietro Metastasio precedute da due ragionamenti in lode del medesimo, Firenze, Stamperia della Rosa, 1787-1789, 4 voll. 
Tr1795 Lettere dell’abate Pietro Metastasio precedute da due ragionamenti in lode del medesimo. Edizione emendata da molti errori, e divisa in due tomi, Trieste, Wage, Fleis e Co., 1795, 2 voll.
Vi1795 Opere postume del signor abate Pietro Metastasio date alla luce dall’abate conte d’Ayala, Vienna, Alberti, 1795, 3 voll.
Ni1796 Lettere inedite del sig. abbate Pietro Metastasio romano poeta cesareo tra gli arcadi Artino Corasio a Rinato Pindario compastore arcade, Nizza, Thomas, 1796.
Carducci1883 Lettere disperse e inedite di Pietro Metastasio. Volume primo (1716-1750), a cura di Giosuè Carducci, Bologna, Zanichelli, 1883.
Antona-Traversi1886 Lettere disperse e inedite di Pietro Metastasio. Con un’appendice di scritti intorno allo stesso, a cura di Camillo Antona Traversi, Roma, Molino, 1886.
Costa1924 Lettere al fratello Avv. Leopoldo dagli autografi della Biblioteca Nazionale di Vienna, a cura di Antonio Costa, Firenze, Sandron, 1924
Brunelli Tutte le opere di Pietro Metastasio, a cura di Bruno Brunelli, voll. III-V, Milano, Mondadori, 1951-1954.

La prima raccolta in ordine di tempo dopo la morte dell’autore è As1783, che comprende 50 lettere; assai più cospicua si rivela Ro1784, mentre le edizioni a stampa successive (Ni1786-7, Fi1787-9, Tr1795) dipendono da As1783 e Ro1784. Degna di nota è Vi1795, in quanto il D’Ayala fu tra i primi a confrontarsi coi manoscritti; di un certo interesse è anche Ni1796, poiché raccoglie il carteggio inedito con Domenico Gattinara.
Per quanto riguarda le lettere che non compaiono in queste raccolte, nel XIX secolo il testo più rilevante è quello di Carducci1883, che oltre a fornire una bibliografia delle stampe relative alle lettere metastasiane mette ordine nelle varie edizioni e raccoglie diversi autografi da varie biblioteche italiane. Di ogni lettera pubblicata Carducci offre la collocazione, dando così il primo effettivo contributo a una panoramica più aggiornata della situazione testuale fino a quel momento. L’annunciato secondo volume delle lettere – che avrebbe dovuto ospitare le missive dal 1751 in poi – non verrà mai stampato, ma il lavoro sarà proseguito idealmente da Antona-Traversi1886. Va inoltre ricordata, nella prima metà del Novecento, la raccolta delle lettere a Leopoldo Trapassi curata da Costa1924.
La successiva raccolta più completa delle lettere metastasiane è l’edizione dell’opera omnia, Brunelli. Il curatore trascrive le lettere dei codici viennesi aggiungendo gli inediti pubblicati nelle edizioni a stampa precedenti, comprese le raccolte di Carducci e Antona-Traversi; i testi vengono però interpolati a discrezione di Brunelli nelle diverse redazioni manoscritte e a stampa con limitato scrupolo filologico, nonché con note di commento incomplete e non sempre attendibili. L’edizione Brunelli rimane comunque il punto di riferimento fondamentale del XX secolo.


II.    Criteri di trascrizione

1.    Criteri ortografici

•    Apostrofi e accenti: ammodernati secondo l’uso corrente, con distinzione tra accento grave e acuto, anche per quanto riguarda le lingue straniere.
•    Composti come de gli, in vero, pur troppo: conservati, in particolare laddove l’unione comporterebbe un raddoppiamento fonosintattico (es: dello, neppure).
•    et (congiunzione): conservata.
•    h etimologica e paraetimologica: secondo l’uso moderno.
•    iniziali maiuscole e minuscole: conservate nei titoli onorifici (Vostra Eccellenza, Padrone Colendissimo ecc.) e laddove abbiano una valenza enfatica, semantica o retorica; ammodernamento negli altri casi e abbassamento nel caso di maiuscola dopo i due punti.
•    j: ammodernata secondo l’uso attuale; ij reso in ii.
•    nesso ie: conservato in forme come leggiera.
•    u e v: distinte secondo l’uso attuale.

2.    Interpunzione

Si è conservata la punteggiatura della fonte; tale scelta è stata dettata in primo luogo dalla volontà di trascrivere fedelmente l’interpunzione adottata negli autografi metastasiani, ed è stata applicata anche alle lettere di cui non si conservano testimoni autografi o idiografi. Si è scelto tuttavia di eliminare la virgola prima del che con funzione di pronome relativo o di congiunzione dichiarativa. Non viene inserito il punto a fine lettera in caso di mancanza della formula di chiusura.
Le parentesi vengono sempre uniformate come parentesi tonde, anche qualora Metastasio usi altri segni come la sbarra obliqua /. Nel caso in cui sia presente un solo simbolo /, si trascrivono comunque due parentesi tonde.

3.    Abbreviazioni e sigle

Le abbreviazioni nel corpo del testo, nelle varianti e nel paratesto (es. gli indirizzi sulle buste) vengono tutte tacitamente sciolte, comprese le formule di apertura e di congedo o le firme.

4.    Nomi, cognomi e toponimi

I nomi propri sono stati trascritti con la grafia originale, anche in caso di errore palese.

5.    Citazioni

Le citazioni brevi (inferiori a due versi nel caso di brani poetici, o che non interrompono la continuità sintattica del discorso per i brani in prosa) sono state rese tra virgolette caporali, quelle lunghe in corpo minore e con rientro.

6.    Uso del sottolineato e del corsivo

Il sottolineato della fonte viene di norma reso in corsivo, anche nei casi di sottolineatura ‘enfatica’; se invece il sottolineato corrisponde a un’intera citazione, non si è usato il corsivo ma ci si è attenuti alle norme indicate al punto 5 per le citazioni. I titoli di opere sono stati resi in corsivo. Per le parole in lingua straniera si è sempre usato il corsivo, anche in caso di mancata sottolineatura da parte di Metastasio (che quindi non le percepisce come alloglotte), per un criterio di uniformità.

7.    Discorsi diretti

I discorsi diretti vengono posti tra virgolette caporali, con l’eccezione di citazioni letterarie lunghe, ad es. di dialoghi teatrali; in questo caso cfr. punto 5.

8.    Destinatario, data cronica e topica

Questi dati vengono indicati in forma redazionale prima della trascrizione della lettera secondo il seguente ordine: destinatario e luogo di destinazione separati da un trattino breve, e, nella riga sottostante, luogo di emissione e data (nella consueta forma giorno, mese, anno, con disambiguazione delle indicazioni croniche e topiche: es. dalla Corte, il dì della S. Pasqua, 73 > Vienna, 25 aprile 1773) separati da una virgola.
Nella trascrizione della lettera, l’indicazione del destinatario è mantenuta nella forma e nella posizione del testo base, con la sola eccezione degli autografi, in cui è riportato in calce al primo foglio; in questo caso, l’indicazione viene spostata in testa alla lettera. La data cronica e quella topica vengono mantenute nella forma e nella posizione in cui si trovano nel testo base.
Vanno indicate in apparato anche le eventuali varianti relative al destinatario, alla data cronica e a quella topica.

9.    Impaginazione e rientri

Si è utilizzato il rientro esclusivamente per i capoversi successivi al primo.

10.    Post scripta

I post scripta sono sempre preceduti dalla sigla P.S. (in corsivo e tra parentesi quadre), a meno che non sia già presente formula omologa nel testo base (es. «Poscritta»).

11.    Segni diacritici

Nella trascrizione del testo base si usano i seguenti segni diacritici:
•    parentesi uncinate < > per la restituzione di guasti meccanici nella fonte
•    parentesi quadre [ ] per l’integrazione di omissioni già presenti nella fonte
•    parentesi uncinate rovesciate > < per l’integrazione congetturale di parti non leggibili
Nell’apparato, qualora necessario, i fenomeni correttori si indicano mediante formule descrittive poste in corsivo e tra parentesi tonde subito dopo il testo della variante e prima dell’indicazione del testimone, come nel seguente esempio: 

 quelle ] loro (loro cassato e quelle soprascritto)  A

12.    Errori palesi

Gli errori palesi (come i refusi) vengono corretti, con dichiarazione in nota della correzione.

13.    Oscillazioni

Vengono preservate le grafie oscillanti tra forme arcaiche e moderne, colte o meno, d'impronta grammaticale o dialettale, nonché quelle a forme di caratterizzazione giocosa e/o caricaturale da parte di Metastasio.

III.    Criteri di commento e apparato filologico

1.    Criteri generali

Il commento delle lettere è improntato a criteri di sobrietà e chiarezza, con un’esposizione dei contenuti della lettera puntuale ed esauriente. L’obiettivo è sciogliere i luoghi che possono rendere oscuro o ambiguo il testo, fornendo informazioni nuove o comunque funzionali alla sua comprensione.
Se i problemi filologici vengono ospitati nell’apparato secondo le indicazioni infra al punto 2, il commento deve ospitare, in note sintetiche ma esaustive, considerazioni di carattere storico, letterario o linguistico. Nel commento, qualora si facesse riferimento a un’altra lettera, il rinvio viene reso con l’indicazione del destinatario e della data della lettera in formato giorno/mese/anno (es. Bonechi, 6 gennaio 1755). Le note vengono ripetute – anche verbatim o con minime modifiche di contestualizzazione – quando necessarie per chiarire il significato della singola lettera riguardo ad argomenti, personaggi, eventi già trattati; poiché ogni lettera può essere consultata anche singolarmente, senza una lettura sequenziale dell’epistolario, è infatti necessario che ogni informazione utile alla sua piena comprensione sia specificata in nota, anche qualora già indicata nelle annotazioni ad altre missive. Fanno eccezione i corrispondenti di Metastasio, per i quali si rinvia alla scheda biografica già redatta.

2.    Apparato

L’apparato di ogni singola lettera permette di dare conto delle varianti sostanziali riscontrabili nei testimoni manoscritti delle lettere di Metastasio; le varianti a stampa, in quanto varianti non d’autore, possono essere riportate nelle note di commento, esclusivamente nei casi più macroscopici di interesse editoriale (importanti cassature, difformità nell’indicazione della data e del destinatario, ecc.).
Nell’apparato filologico sono indicati, con il seguente ordine:
•    il testo base, con scelta effettuata secondo i criteri esemplificati nei punti 2, 3 e 4 della sezione I (in caso di testo base manoscritto, viene inclusa la descrizione fisica delle carte, come nel seguente esempio: 

  • Lettera autografa. Il testo della missiva è riportato nelle cc. 39r-v; la c. 40r è bianca, mentre nella c. 40v si legge il recapito del destinatario («A Monsieur / Mons. l’Abbé Leopoldo Metastasio / a Rome») e nell’angolo destro del margine superiore sono appuntati mese e anno di emissione («N.mbre 1737»). Le cc. 40r-v sono inoltre lacere, e presentano traccia del sigillo in ceralacca.

•    i testimoni che presentano eventuali varianti d’autore;
•    il rimando bibliografico all’edizione Brunelli, con la dicitura Lettere, l'indicazione del volume, dei numeri di pagina e dell’ordinale della lettera (es. Lettere, III, p. 158, n. 127);
•    le varianti sostanziali, sia quelle interne al testo base sia quelle che coinvolgono altri testimoni manoscritti autografi e idiografi.
Le note filologiche riportano la porzione di testo base interessata, separata dalla variante col segno di parentesi quadra di chiusura (]). Le varianti relative al medesimo segmento testuale sono separate ciascuna da una barra verticale (|).
Le varianti grafico-formali e interpuntive dovute a fenomeni e abitudini chiaramente spettanti all’intermediazione tipografica e agli usi editoriali non trovano posto nell’apparato di ogni singola lettera ma nella nota al testo generale.
Qualora le varianti più significative necessitino di ulteriori integrazioni, queste vengono segnalate e chiarite nelle note di commento. In caso di più testimoni in apparato, questi verranno siglati di volta in volta con le lettere in ordine alfabetico (A, B, C ecc.).

3.    Criteri redazionali

•    Nelle note di commento, Metastasio viene sempre indicato con l’iniziale puntata (M.), mentre il nome del destinatario, per agevolare la ricerca, è sempre indicato per esteso. 
•    Le citazioni bibliografiche includono sempre per intero il lemma bibliografico alla prima citazione (nella forma autore [nome per esteso], titolo, città, editore, anno). Non si usano sigle bibliografiche, con l’eccezione di DBI per citare il fondamentale Dizionario biografico degli italiani (Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1960-); con «Brunelli» si indica l’edizione Mondadori di Tutte le opere (in particolare i vol. III-V, dedicati alle lettere). Le citazioni testuali vanno invece in tondo e tra caporali.
•    Le lettere in lingua straniera vengono fornite con traduzione integrale.
•    Le citazioni dei classici latini vengono abbreviate secondo le convenzioni di nomenclatura adottate nel Thesaurus Linguae Latinae e nei principali dizionari (Castiglioni-Mariotti; Calonghi). Es.: Hor. sat. 1, 8.
•    Nelle citazioni dei titoli dei classici italiani vengono adottati i più comuni rinvii abbreviati (es. Dante, Inf., Purg., Par.; Petrarca, Rvf; Boccaccio, Dec.; Ariosto, Orl. fur.; Tasso, Ger. lib.)

4.    Biografia del destinatario

Ogni lettera è collegata alla biografia del destinatario, se già presente; in caso contrario è necessario redigerla tenendo conto delle seguenti indicazioni. 
La lunghezza della biografia è tra le 2.000 e 3.000 battute, spazi inclusi. Vanno incluse luogo e data di nascita e di morte, un breve resoconto della vita con gli avvenimenti salienti e una descrizione esauriente delle circostanze che portano il destinatario a contatto con Pietro Metastasio, con l’indicazione delle caratteristiche più significative di tale rapporto personale ed epistolare. La biografia viene fornita di una breve bibliografia (indicativamente i 4-5 testi più importanti utilizzati per la compilazione della stessa scheda biografica), con il consueto formato autore, titolo, città, casa editrice, anno, pagine. Le voci saranno ordinate cronologicamente.

 



Per le questioni relative alle varie fonti che compongono l’epistolario metastasiano in prospettiva della nuova edizione, il contributo più aggiornato è Luca Beltrami-Andrea Lanzola, «Leggete a chi vi piace, ma non date ad alcuno copia delle mie lettere». Per un nuovo avviamento all’edizione digitale dell’epistolario di Metastasio, in «Fur comuni a noi l’opre, i pensier, gli affetti». Studi offerti ad Alberto Beniscelli, Novi Ligure, Città del Silenzio, 2018, pp. 67-92. A questo contributo si rinvia anche per una più dettagliata bibliografia sull’argomento.

Codd. 10277, 10278, 10279 e 10268, più il cod. 10269 che si sovrappone parzialmente al cod. 10277 ma sembra essere in qualche modo autonomo perché compilato solo in minima parte, miscellaneo e con traccia di note a piè di pagina che porterebbero quasi a considerarlo una sorta di “preparatorio” per una eventuale edizione a stampa.

3 Codd. 10270, 10271, 10272, 10273, 10274, 10275 e 10276.

4 Cfr. Joseph Guerin Fucilla, Una lettera ignorata sulla morte del Metastasio, in Superbi colli ed altri saggi, Roma, Carucci, 1963, p. 315. 

5 Cfr. Joseph Guerin Fucilla, Nuove lettere inedite di Pietro Metastasio ed alcuni appunti sul suo epistolario, in Superbi colli ed altri saggi, cit., pp. 283-311.

6 Cfr. Corrado Viola, Sull'edizione Brunelli dell'epistolario di Metastasio. Osservazioni e addenda, in «Seicento & Settecento», V, 2010 [ma 2011], pp. 23-54, ed Epistolari italiani del Settecento, a cura di Corrado Viola, Verona, Fiorini, 2004, con relativi supplementi.