Al Signor Abate Pietro Metastasio. Vienna

Mandai a vostra signoria illustrissima sarà quasi un mese, una mia lettera; ma non ne ho avuta risposta, forse perché la mia, o la sua lettera si sarà smarrita per via: cosa che per altrui negligenza accader suole qui almeno in Italia, ed io, ed altri lo sanno per prova.
          Ad un padre gesuita matematico tedesco#1, che dice essere suo amico (a cui per anco consegno la presente) diedi un picciolo involto da presentare a vostra signoria illustrissima, entro cui v’è una breve epistola in versi endecasillabi liberi che l’accompagna#2. Due versi d’essa, colpa di fantasia sovverchiamente calda, hanno bisogno di mutazione che le communico, ed anzi da ciò solo costretto, mi sono indotto ad incomodarla con questa in prosa. Le mutazioni sono le seguenti:

          Vers. 122 di Fetonte infelice in vivo elettro

          leggasi

          Di Fetonte infelice in biondo elettro

          Vers. 19. Dalla natia rozzezza sua lo spoglia

          leggasi

          Spoglia dalla natia scabra rozzezza.

          Vostra Signora Illustrissima perdoni dell’incommodo, e della mia inopportunità; mi conservi l’amor suo, e mi creda ecc.

Modena 31 dicembre 1765

 

 

Non è chiara l’identificazione di questo personaggio, che nelle successive lettere viene chiamato «Padre Lascanis» o «Laskanis» (la grafia è incerta anche nei copialettere). 
 

Questa epistola in versi non è compresa tra quelle conservate nei due fondi di Rovatti presso la Biblioteca Estense di Modena e non è presente nei copialettere.