Al Signor Abate Pietro Metastasio a Vienna

Ieri in villa ricevei la lettera sua in risposta alle ultime mie due#1. Vivamente la ringrazio, siccome è ben di dovere, di quanto ella degnasi in essa di compatirmi. Mi sono compiacciuto moltissimo dell’amoroso suo desiderio che ristabiliscasi in ottimo stato la mia salute, la quale presentemente ancor di troppo vacilla, né veggo alcun principio del tanto da me desiderato ristabilimento. Nel restante vivo sanissimo. Ma quel dovere per così ostinato stiramento de’ nervi del capo fare una così lunga parentesi degli amati miei studi, è pur cosa per me tormentosa, e crudele.
          Intorno alla richiesta ch’ella mi fa, le dico che in niuna facoltà sono addottorato, e nemmeno sono per esserlo, troppo contrario essendovi il genio mio; non amando di acquistarmi un nome onorato (per quanto è lecito all’umile mio talento) per questa via#2.
vostra signora illustrissima offrami un qualche mezzo, onde le possa mostrare la mia gratitudine verso di lei, che mi onora in maniera così eccellente e sempre credami ecc.
 
Di villa il dì 27. settembre 1766
 
Le lettere del 9 e del 19 luglio.

Rovatti rimane sempre soprattutto un naturalista ‘sul campo’, e non stupisce questa sua presa di posizione; anche nel carteggio con Spallanzani si dimostrerà spesso poco interessato agli eventi universitari, anche se nel 1773 gli verrà offerta la cattedra di Storia Naturale. Fu comunque membro dell’Accademia Rangoniana e poi socio dell’Accademia di Scienze e Belle Lettere (Cottafava, Giuseppe Rovatti, cit., p. 251).