Al Signor Abate Pietro Metastasio a Vienna

La risposta alla vostra lettera sarà pervenuta a quest’ora alle vostre mani con mio sommo piacere, vivendone impaziente. Ora vi mando due esemplari del mio poemetto#1, che sperava dovesse essere accompagnato da altre mie operette: ma parte per la lentezza dello stampatore#2, parte per non avere ancora avuto risposta da non so chi, è costretto di venir solo, però non senza la mia venerazione infinita, e il mio amore per voi, che ad ogni istante crescono nell’animo mio, al crescere de’ miei obblighi, e allo scoprire in voi sempre nuovi motivi che inspirano stima ed affetto.
          Ora sono più che mai occupato nelle mie ricerche sopra gl’insetti, avendone un numero molto grande, e di più imbrogliatissimo per la somiglianza quasi tra loro somigliantissima, e per la oscurità de’ loro natali, i quali non ho ancora potuto comprendere, ignorando tuttavia, se dove gli ho ritrovati, siano stati deposti dalle loro prudentissime madri, oppure sia nido scelto da’ loro medesimi: del che per altro mi compiaccio moltissimo, dovendone riuscire più curiosa, e più interessante la storia, sperando già di poter tutto vedere con nuove osservazioni, che farò altre volte.
          Ho formata corrispondenza di lettere col Vallisneri#3: il che può giovarmi moltissimo per l’illustrazione delle opere del suo gran padre, dietro alle quali ancora di quando in quando affatico, raccogliendo le necessarie materie, per unirvi, quanto io potrò fare, del mio. Mi sono dato a cercare pietruzzola#4, o calcoli trovati in vesiche d’uomini o di animali o cavati dalle medesime, o in altre parti, per farvi sopra diverse sperienze, quando ne avrò raccolto un qualche numero. Ma ho ritrovate alcune di buoi, che sono all’occhio amenissime, e spero di averne dell’altre, mediante l’attenta mia cura di chiederne a tutti.
          La seconda lettera sopra il veleno delle salamandre sarà concepita diversamente dalla prima già fatta, e terminata a dì 3 di novembre dell’anno scorso. Intanto io condanno la mia sovverchia curiosità di averne voluto fare prova su me, avendo corso pericolo di rimanerne vittima irreparabile, benché allora credessi di essere interamente sicuro. Ancor questa volta ho conosciuto che non mai tanto si osserva, che si osservi abbastanza. Voi amatemi, come solete, e crediate che le amichevoli insinuazioni, con cui date prova della sincera vostra amicizia, saranno sempre uno de’ più fermi motivi, onde dovrò protestarmi infallibilmente ecc.

Modena 18 maggio 1771

 

L’Origine delle fontane, a cui Rovatti voleva allegare anche l’opera sul veleno delle salamandre, che poi non verrà stampata.

A Lazzaro Spallanzani, 5 giugno 1771: «Non ostante, che lo stampatore Montanari avesse preso l’assunto di imprimere a suo conto la mia lettera a voi diretta sopra il veleno delle salamandre, e che fosse quattro mesi, o più che era già questa in sue mani, avendogliela io consegnata a’ primi di febraio, pur ne’ stampatori nuovi sottentrati al dottor Montanari sudetto ho trovato cosa, per la quale bastevolmente vede o non volerla imprimere, o avere in animo, quando ciò ancora facessero, di aspettar mesi, e mesi per essere carichi presentemente di manoscritti: onde ho pensato a ritirarla» (Spallanzani, Carteggio, p. 162).

Antonio Vallisneri junior (1708-1777), figlio dell’omonimo naturalista, che raccolse gli scritti nelle Opere fisico-mediche e occupò presso i Riformatori dello Studio di Padova la cattedra Ad descriptionem et ostensionem caeterorum simplicium per l’illustrazione delle collezioni paterne.

«Ora mi sono dato a cercar calcoli cavati da vesciche umane, o belluine, o trovati nella medesima, o in altre parti di morti animali per farvi sopra un qualche giorno a mio comodo, osservazioni da unire a quelle del Vallisneri, trovantesi nel suo trattato del cervello creduto impietrito» (a Lazzaro Spallanzani, 5 giugno 1771; ivi, p. 163).