Modena, 13 giugno 1772
Al Signor Pietro Metastasio a Vienna
Consegnai tempo fa al signor marchese Antonio Frosini#1 un piccolo involto a voi diretto, con dentro quattro esemplari di una mia operetta nello scorso inverno stampata, intorno al poema di Dante#2, di cui tante volte ho fatto con voi parole nelle mie lettere; ma di cui per difetto di opportuna occasione non ho mai potuto mandarvi il manoscritto, abbenché da più anni lo conservassi. Ad essi aggiunsi due copie dell’altro libretto sull’Origine delle fontane, riflettendo essere stato troppo scarso il numero di quelle che vi mandai l’anno scorso#3, avendo allora voluto esser troppo discreto col benevolo portatore delle medesime. Sulla credenza che ci sia giunto, o sia almen partito l’involto, avendo l’amico preso l’incarico di farlo avere tra non molto nelle vostre mani, insieme pregandovi a dirmene, se mi scrivete, sinceramente il vostro parere.
Nulla parlo intorno alle mie cose, essendocché non saprei dirne poco, e se volessi favellarvene a lungo, come sarebbe mio desiderio, mi mancherebbe il tempo di farlo. Restringo il tutto in poche parole, dicendovi esser terribili tutti quanti i momenti della mia vita. Io però continuo ad esercitarmi nelle mie solite osservazioni, e ad esercitarmi in modo che io non sono mai stato tanto, siccome sono presentemente, occupato. Ma l’animo mio è così avverso alle medesime, e mi riescono così pesanti le mie fatiche, che senza un lungo costume io dovrei risguardarle, siccome oggetto di abborrimento affatto intollerabile, né io sono sempre sicuro di resistere sempre alla tentazione feroce, o al perdonabile desiderio di ardere tutti quanti i miei scritti: i quali omai giungono a migliaia di fogli.
Addio. Datemi nuove di noi; che bramo, e spero migliori assai delle mie. Amatemi, ve ne prego, e credete che uno degli argomenti più grandi che mai possa alleggerire le noie, ed angustie della mia vita, è il riflettere alla tenera vostra amicizia, ed al pensare che io sono ecc.
Modena 13. giugno 1772