Al Signor Abate Pietro Metastasio a Vienna
Nell’ultima lettera che vi scrissi, parmi di avervi accennata una piccola opericciuola che feci nell’agosto dell’anno scorso sopra i miei vermi neri, che chiamo col titolo di lumaconi-mignatte; e di avervi pur anco soggiunto che ve ne avrei mandato una copia manoscritta, giacché per ora né credeva, né credo che vada a stampa#1. Or dunque preparo l’involto, sulla speranza di aver tra poco occasione di spedirvelo fuori di posta. Aggiungo ancora all’operetta, o saggio su detti vermi, alcuni de’ miei pensieri diversi; ed anco una bizzarra scrittura, che mi volle venire il capriccio di fare due mesi sono. La mando solo, perché sappiate in qual modo mi sono divertito nel Carnevale dell’anno presente essendo pur stato l’unico divertimento che mi presi in quei giorni. Per metà mi venne fatta in una mattina, e l’altra metà in ritagli di tempo ne’ giorni dopo. Non meritando essa di venir conservata, anzi premendomi se mai passasse in altre mani, vi prego anzi vi supplico di arderla subito dopo averla letta (se pure avrete la pazienza di trascorrerla tutta), onde non ne resti memoria alcuna#2.
Avrei molte cose a narrarvi intorno a’ presenti, ed antiche mie idee, ma non ho ora tempo di farlo. Oltre le nuove esperienze che tento, sopra il mentovati vermetti, ed altre non poche osservazioni su gli altri minuti animali che ora tornano a comparire e a ripigliare la loro carriera, sono intento a rivedere, e a correggere alcune mie operette; fatte negli anni addietro, ed ora chiestemi dal signor Haller con una gentile sua lettera, scritta il dì 15 di ottobre, e giuntami solamente (non so come) in questi ultimi giorni.
Addio, caro il mio caro, e dolce amico. Conservatevi premurosamente in salute. Datemi nuove di voi; e credetemi, amatemi come avete fatto finora, e sino all’estremo spirito ecc.
Modena 15. aprile 1775.
La «bizzarra scrittura», così come i «pensieri diversi», non si è conservata.