Udine, 29 luglio 1757#1
Illustrissimo Signore Abate Signore Signore Padrone Colendissimo
Se io non fossi persuaso che il signor abate Metastasio ha un animo nobile e generoso egualmente che un genio vasto ed illuminato, ora certamente non avrei il coraggio di pregarlo ch’egli si compiacesse di riguardare con grazioso sentimento un[a] mia canzone sopra la gloriosa battaglia del 18 dello scaduto mese#2, e sei sonetti dati costà in luce dal mio buon amico il signor de Scheyb#3. Ma perché so che il di Lui nome nella poesia è arrivato a un segno, che non teme più i colpi della invidia, ché i suoi drammi sono ormai l’ammirazione, non che dell’italiano, ancora del teatro francese; e perché conosco ch’egl’è di que’ grandi e politi ingegni, che si fanno piacere di dar risalto ancora all’opere mediocri, e non di que’ spirti deboli che cercano un vano onore da una critica, se non maligna, almeno troppo rafinata e rigorosa, perciò mi lusingo che coll’autorevole suo credito vorrà coprire e sostenere i miei versi. Questa mi sarà una recente prova di quella sincera amicizia che fra vostra signoria illustrissima e me fin da molti anni si strinse#4, e che ad onore dell’interrompimento del commercio letterario spero che nel di Lei bel core non siasi punto rallentata, come da parte mia l’assicuro che si mantenne sempre soda e costante perché avvalorata da quella giusta stima, con cui mi pregio essere
Udine 29 luglio 1757
Di Vostra Signoria Illustrissima
Devotissimo ed Obbligatissimo Servitore ed Amico
Daniele Florio