Fratello minore di Pietro, nacque a Roma nel novembre 1699, secondo quanto afferma Antonio Costa, che ricava l’informazione dai registri della parrocchia romana di San Lorenzo in Damaso (gli stessi tra i quali, a fine Ottocento, Achille Neri aveva ritrovato l’atto di nascita di Metastasio). Alcuni biografi antichi (tra cui Marcantonio Aluigi e Angelo De Gubernatis) e moderni (Anna Laura Bellina) sostengono in realtà la tesi della primogenitura di Leopoldo, che contrasta però non solo con la ricostruzione di Costa (accolta peraltro anche in Brunelli, III, p. 1184), ma anche con la stessa testimonianza di Metastasio, che in due lettere indirizzate proprio al fratello (9 agosto 1756 e 11 giugno 1770) fa chiaramente riferimento al fatto di essere il primogenito. Nessun dubbio invece sul fatto che Pietro e Leopoldo siano maggiori delle sorelle Endimira e Barbara, nate dal secondo matrimonio del padre Felice Trapassi con Angela Lucarelli. 

Come Pietro, anche Leopoldo fu allievo di Gravina e soggiornò in gioventù a Napoli, dove si applicò principalmente allo studio del diritto, della retorica e della filosofia. Rispedito a Roma dal fratello nel 1724, forse per qualche imprudenza commessa nella città partenopea, Leopoldo si dimostrò riluttante a intraprendere la carriera forense cui lo avevano avviato i suoi studi, tanto che Metastasio, nella speranza di farlo maturare, si adoperò per trovargli un impiego a Torino presso l’amico Francesco d’Aguirre, altro intellettuale di scuola graviniana, all’epoca funzionario pubblico del Regno di Sardegna. Terminato il soggiorno sabaudo, risalente probabilmente al biennio 1725-1726, Leopoldo fece ritorno stabilmente a Roma, dove esercitò la carriera di avvocato presso la curia pontificia (seppur svogliatamente e con scarso successo), dedicandosi inoltre a qualche sparuta pubblicazione: una lettera prefatoria in latino rivolta all’illustre fratello, edita nel primo volume delle Opere drammatiche, oratori sacri e poesie liriche del signor abate Pietro Metastasio […] (Roma, a spese di Pietro Leone libraro - a Pasquino all’insegna di S. Gio. di Dio, 1737, pp. X-XXV) e un trattato giuridico (De lege regia seu Tabula Aenea capitolina notis, animadversionibus, et variis quaestionibus illustrata per Leopoldum Metastasium advocatum Romanum Petri fratrem, Romae, typis Generosi Salomoni bibliopolae, 1757). Il suo nome compare inoltre in una breve scrittura legale (Alla sagra Congregazione dell’Immunita monsignor illustrissimo, e reverendissimo Bonaccorsi ponente Faventina praetensi abusus confugii, Romae, ex typographia Rev. Cam. Apostolicae, 1748), mentre l’autore dell’anonima Vita di Metastasio edita presso Puccinelli nel 1786 (che dichiara di aver frequentato Leopoldo e di aver avuto accesso alle sue carte) menziona due altre opere latine rimaste manoscritte, un trattato De arte boni et aequi, seu de Justitia naturali e i Secessus Tusculani, di cui il biografo elogia l’«aureo stile». Forse a causa della sua non brillante carriera forense, Leopoldo fu oppresso per tutta la vita da difficoltà economiche che lo costrinsero a chiedere più volte aiuto finanziario al fratello, nonché a stabilirsi dapprima in casa di Domenico Bulgarelli (vedovo di Marianna Benti Bulgarelli) e poi, dal 1743, di Giuseppe Peroni: non mancarono peraltro tensioni tra Leopoldo e i suoi ospiti, nelle quali venne puntualmente coinvolto, per via epistolare, anche Metastasio. Nei suoi ultimi anni Leopoldo venne affidato alla tutela di un fedele servitore della famiglia Trapassi, Carlo Buzzano; morì a Roma intorno al marzo 1773, pochi mesi dopo il suo ultimo contatto epistolare documentato con il poeta cesareo, risalente al novembre dell’anno precedente.

Il carteggio tra i fratelli Trapassi – che con le sue oltre quattrocento lettere, scritte tra il 16 febbraio del 1726 e il 23 novembre del 1772, costituisce la sezione più cospicua dell’intero epistolario metastasiano – ci restituisce l’immagine di un legame complesso, alimentato da un affetto sincero capace di sopravvivere alla decennale lontananza tra i due, ma talvolta increspato da piccole invidie (da parte di Leopoldo) e rassegnate amarezze (da parte di Pietro). Questa corrispondenza rappresenta comunque uno dei nuclei più interessanti dell’intera raccolta, soprattutto per il suo valore storico-documentale, vista la messe di notizie teatrali, mondane, politiche e persino militari che Metastasio riferiva al fratello, e che questi a sua volta diffondeva nei salotti romani di cui era spesso gradito ospite, principalmente per merito della sua illustre parentela.
 

Bibliografia

Marc’Antonio Aluigi, Storia dell’abate Pietro Trapassi Metastasio, in Assisi, per Ottavio Sgariglia, 1783, p. 8.

Vita del signor abate Pietro Metastasio poeta cesareo, aggiuntevi le massime e sentenze estratte dalle sue opere, in Roma, a spese di Gioacchino Puccinelli, 1786, pp. 3-6.

Angelo De Gubernatis, Pietro Metastasio. Corso di lezioni fatte all’Università di Roma nell’anno scolastico 1909-1910, Firenze, Le Monnier, 1910, pp. 96-97.

Antonio Costa, Pagine metastasiane. Dal carteggio con il fratello e da altre lettere inedite tratte dai Codici viennesi, Milano, Sandron, 1923, pp. 23-24 e 75-78. 

Pietro Metastasio, Lettere al fratello avv. Leopoldo. Dagli autografi della Biblioteca nazionale di Vienna, a cura di Antonio Costa, Palermo, Sandron, 1924.

Regina Lupi, Francesco d’Aguirre. Riforme e resistenze nell’Italia del primo Settecento, Firenze, Centro Editoriale Toscano, 2011, pp. 169-170.

Anna Laura Bellina, Trapassi, Pietro, detto Metastasio, in DBI, 96, 2019, [on line]  (29/01/2021).