Udine, [ante 2 dicembre 1776]#1
Alla singolar finezza che vi piacque d’usar meco, amico stimatissimo, col farmi leggere ed ammirare, appena uscita alla luce, la vostra ode graziosa su le Delizie di Belfonte#2, procurai di corrispondere in qualche maniera, col raccoglierla in un sonetto#3, o per dir meglio con adombrare in un picciolo abbozzo un quadro animato dal pennello di Rafaello o di Rubens. Non solamente accolto fu da voi con gradimento cortese il mio tenue lavoro, ma avvalorato ancora dagli elogi che tutti ritornano in onore della ingenita vostra condescenza, e modestia, virtù sì rare, e per lo più incognite alla vanità e gelosia de’ letterati; onde mi si aggiunse un nuovo stimolo al dover di giustizia e di gratitudine. Conoscendo però di non aver potuto restringere fra gli angusti confini di quatordeci versi l’ampiezza delle vostre lodi e la magnificenza del delizioso soggiorno, m’indussi a stenderle in una anacreontica, se non equivalente nel valore alla vostra, almeno proporzionata nel numero e nella estensione. Ben so che nulla può aggiungersi alla celebrità delle vostre opere, dopo ch’esse hanno da gran tempo ottenuti gli applausi del teatro italiano, e da recente l’Augusto Oracolo di Quella ch’essendo la Gloria del secolo col comunicarvi un titolo sì luminoso ha posto il sigillo dell’immortalità al vostro nome#4. Autorizzato dall’universale consentimento, e più dal sovrano giudizio di chi sa conoscere e ricompensare il merito non temo di offendere la vostra modesta delicatezza col presentarvi questo mio lirico componimento, né crederei che alcuno ascrivermelo possa a secreto interesse dell’amor proprio, il quale si lusinga d’entrar a parte delle glorie di quelli co’ quali ha qualche intima relazione; anzi, spero che ogni giusto estimatore li darà una più favorevole interpretazione, e che voi signor abbate gentilissimo abbiate a gradirlo come un sincero attestato, che intendo donar al pubblico, di quella amicizia che ebbi la sorte di unire con voi fino dalla mia età giovanile, e in questa istessa imperial città, e che poi venne fortificandosi da un lungo epistolare commerzio, dalla uniformità degli studi e dal vivo zelo indrizzato allo stesso sublime oggetto; amicizia, che fondata su la mia vera stima e su la vostra parziale tenerezza tuttavia fra noi si mantiene, e si manterrà sempre inalterabile, né può avere altro termine che quel della vita.
Daniele Florio
L’ode di M. La deliziosa imperial residenza di Schönbrunn (Vienna, Ghelen, 1776).
Il sonetto «Passò l’orrido verno, e la procella».
vi ] a voi
d’usar meco, amico stimatissimo ] Amico gentilis.o d’usar meco
col farmi leggere ed ammirare ] collo spedirmi
la vostra ode graziosa su le Delizie ] una stampa dell’Ode grazios(issim)a da voi composta sulle Delizie dell’imperial soggiorno
con adombrare in un picciolo abbozzo un quadro animato dal pennello di Rafaello o di Rubens ] coll’abbozzare in un Paesetto Fiamengo un Quadro animato dal penello di un Rafaello, o d’un Rubens
Non solamente … avvalorato ancora ] Accolto fu da voi questo mio tenue lavoro con vostro gradimento cortese, ed avvalorato
sì rare ] rare negli altri
vanità e gelosia … mi si ] vanità de Letterati, e particolarmente alla gelosia di quelli, i quali coltivano un Arte medesima, tutto ciò m’
stimolo al dover ] stimolo e
fra gli ] negli
delle vostre lodi e la magnificenza del delizioso soggiorno, m’ ] delle lodi della clementissima Sovrana, e le vostre, me
equivalente nel valore ] nel valore equivalente
può aggiungersi ] si può aggiungere
da recente l’Augusto ] quel che assai più è da riputarsi, l’autorevole
essendo ] essendo ella stessa
al vostro nome ] al Nome del suo meritamente prediletto Maestro
né crederei ... amor proprio] \col presentarvi questi/ > ne credo, ch’alcuno imputar
mi possa a secreto int > col presentarvi questo mio lirico componimento,
né credo, che alcuno ascriverme li possa a secreto interesse dell'Amor proprio
ascrivermelo ] ascriverme li
il quale ] che
co’ quali ha qualche intima ] a quali si sente uniti da qualche stretta
anzi, spero … interpretazione, e ] ma spero
gradirlo ] gradirli
sincero ] sicuro
imperial città ] Augustis.a > Imp.le Corte
poi venne ] venne poi
indrizzato allo stesso sublime oggetto; amicizia ] di comprovare i sentimenti d’ossequiosa riconoscenza verso la Augustissima nostra Benefatrice: amicizia
che fondata su la mia vera stima e su la vostra parziale tenerezza tuttavia fra noi ] che tuttavia fra noi
inalterabile ] inalterabile, perche fondata sulla mia vera stima, e la vostra parzial tenerezza
altro termine che quel ] altri termini che quei