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Al Signor Cavalier Algarotti a Dresda da Vienna 7 9mbre 1751

Il mio Signor Conte di Canale sempre sollecito di compiacermi, mi avverte d’aver rinvenuto persona che parte a momenti a cotesta volta: e che ad istanza di lui consente d’incaricarsi di portarvi il mio Re pastore#2. Questa fretta m’obbliga ad un involontario laconismo: ma non basta a defraudarmi il piacere d’abbracciarvi almeno così di volo: et a chiedervi nuove di voi e degli studii vostri. Il componimento che v’invio fu da me scritto negli scorsi mesi d’ordine della mia sovrana: e si rappresenta ora in musica da dame e cavalieri tedeschi: e con tal maestria, ch’io non ardisco descriverla, non lusingandomi d’ottener credenza da’ lontani. La bellissima musica e la magnificenza e degli abiti, e delle scene, e di quanto lo accompagna, rendono lo spettacolo degno degli augusti suoi spettatori#3. Se dopo aver letto il libro credete che non possa farmi svantaggio, comunicatelo al nostro Signor de Voltaire: e siategli mallevadore non della stima solo, e dell’ammirazione, ch’egli ha diritto d’esigere da un secolo che tanto è onorato da lui: ma d’un amore altresì corrispondente a così solide e feconde cagioni#4. Ma per soverchia libidine di parlar con esso voi, io arrischio l’occasione di farlo: addio, riamatemi e credetemi 

il vostro Pietro Metastasio

 

L’indicazione di luogo attestata nei copialettere («Dresda») è stata corretta in Berlino perché, secondo le biografie algarottiane, Algarotti sarà impegnato alla corte di Prussia fino all’inizio del 1753. La sede di residenza del destinatario è confermata anche dal riferimento ai frequenti incontri con Voltaire.

Con il tramite del conte di Canale, Metastasio invia al suo corrispondente il libretto del Re pastore, la cui rappresentazione era andata in scena presso lo Schlosstheater di Schönbrunn il 27 ottobre 1751 con musica di Giuseppe Bonno (la commissione al Canale è confermata nella lettera dello stesso ad Algarotti dell’8 novembre 1751, BACR, Concordiano 329/84). L’autore aveva già informato Algarotti della composizione dell’opera nella lett. 13 del 21 aprile 1751, ma all’epoca non gli aveva spedito l’opera perché ancora inedita. Come si legge nella lettera a Leopoldo Trapassi dell’11 ottobre 1751, in Lettere, III, p. 676, il libretto infatti viene pubblicato solo pochi giorni prima della rappresentazione e il fratello è «il primo che lo abbia stampato in Europa».

Nonostante gli imprevisti e le difficoltà della messa in scena, l’opera era stata accolta da un concerto di voti favorevoli che aveva superato le aspettative del poeta: «L’esito finalmente ha pagato generosamente le penose mie cure. Non ho mai veduto in questa Corte spettacolo più degno degli augusti suoi spettatori; né mai ho veduto che potessero unirsi tutti i voti del pubblico, come si sono uniti nell’ammirazione di questo. Le dame superano, particolarmente nell’azione, tutte le più celebri attrici. So che non sarò creduto, ma perdono agli increduli perché ho dovuto perdonare a me stesso» (lettera al conte di Cervellón, 26 novembre 1751, ivi, p. 691).

Come nel caso della satira Hoc erat in votis (Hor., Sat., 2, 6), Metastasio raccomanda al suo corrispondente di proporre l’opera in lettura a Voltaire (cfr. lett. 13 del 21 aprile 1751). 

Al Signor Conte Algarotti a Dresda da Vienna 7 9mbre 1751] Al Signor Conte Algarotti | Da Vienna a Dresda. 7 Novembre 1751 B 

Signor aggiunto in interlinea

Conte di Canale] Conte Canale B 

almeno assente in B