Al Signor Conte Algarotti (Berlino)
Fra la repugnanza a scrivervi poco e l’impossibilità di scrivervi molto, son secoli ch’io non vi scrivo nulla. L’ultima carissima vostra lettera, accompagnata dall’altra in versi, esigeva da me applausi, osservazioni, e ringraziamenti da non restringersi così di leggieri in poche righe: e le mie occupazioni non mi lasciavano agio bastante a scriverne molte. Una nuova opera frettolosamente commessa; quattro vezzose damigelle attrici da istruire; e tutto il peso d’un magnifico spettacolo da ordinare, e dirigere, son faccende che assorbiscono tutta la mia attività, pur troppo senza questo esercitata da pertinaci affetti isterici, persecutori implacabili de’ nervi miei#2. Ma qual bisogno di scusa? È già stabilito fra noi un certo discreto commercio d’indulgenza che non ci offre soggetti agl’importuni canoni del ridicolo corrente cerimoniale; et assolve fin la nostra pigrizia da qualunque sospetto di freddezza.
Ho riletta con vero piacere la lettera in versi che vi è piaciuto indirizzarmi; e mi sono confermato nell’opinione che sia questa una delle vostre cose delle quali dobbiate essere particolarmente sodisfatto#3. Essa è piena in primo luogo di giudizio; e «scribendi recte, sapere est, et principium et fons»#4. Vi sono de’ tratti degni del pennello di Apelle; e parmi fra’ vostri componimenti quello che meno si risenta di quella folla d’idee, che faceva (a creder mio) il maggiore inciampo della vostra eloquenza. In somma me ne congratulo nuovamente con esso voi, e con tutto il Parnaso italiano.
5 Agosto 752
Un concorso d’impertinenti circostanze mi distrasse dal terminar questa lettera, quando l’incominciai, con proponimento di trattenermi buona pezza con esso voi. Or sul punto di partir da Vienna per l’annua villeggiatura di Moravia, la termino come posso, se non come vorrei. Gioverà almeno per darvi un abbraccio; per rendervi grazie delle attenzioni da voi usate a mio riguardo al Signor Pezzi#5; per pregarvi ad assicurar di bel nuovo del sommo distintissimo pregio in cui io tengo cotesto Signor de Voltaire; e per solleticare un poco la vostra amicizia, almen tanto, che sedotta da così lungo riposo non corra rischio d’addormentarsi#6.
La degnissima Signora Contessa d’Althann è gratissima alla vostra memoria, e prende da questa argomento di non perdere affatto la speranza d’alloggiarvi almen di passaggio una volta nelle sue deliziose campagne. Addio: il Conte di Canale vi saluta, et io pieno di tenera, e costantissima stima sono, e sarò sempre
il vostro Pietro Metastasio
nella riga successiva, in centro alla pagina, aggiunta di mano diversa dal copista lode dei versi A