Illustrissimo Signore Signore e Padrone Colendissimo#1
Se l’affettuosa et obbligante lettera di vostra signoria illustrissima non giunge ad informarmi delle esterne sue circostanze, m’instruisce abbastanza delle interne comendabili qualità del suo cuore, e della sua mente; l’uno sì vivamente sensibile anche alle apparenze del merito, e fornita l’altra di quella chiarezza, e vivacità delle quali non suol essere frequentemente prodiga la Natura.
Io me ne congratulo, e con esso lei, e con me stesso: a cui ha procurata una così dichiarata parzialità, o qualche patetica situazione di personaggi da me introdotti, nella quale abbia per avventura vostra signoria illustrissima riconosciuta la propria o la prima per me vantaggiosa impressione che ha forse fatta nell’animo suo alcuno de’ miei fautori: in quella età, nella quale non si formano i nostri giudizi che sull’autorità degli altrui. L’obbligante sua e distinta propensione esiggerebbe da me ben altro contracambio che la compiacenza e la gratitudine che ne sento: ma intanto ch’io m’auguro facoltà, onde renderglielo maggiore; gradisca almeno un mio amoroso consiglio che, atteso il violento genio#2, da cui ella è spinta (da quel che veggio) in Parnaso, le sarà forse opportuno: e che il doloroso privilegio dell’età, mi autorizza a suggerirle. Quando abbia ella o desiderio, o bisogno de’ favori della Fortuna#3 si guardi d’aspirare a quei delle Muse. È troppo costante, et implacabile l’odio di quella contro i seguaci di queste: et a fronte delle ostinate oppressioni della prima, è ben misero sollievo qualche ramoscello d’alloro, o sterile affatto, o al più fecondo di sterili frutti, et amari: uniche ricchezze delle seconde.
Moderi l’eccesso della sua bontà verso di me, onde ciò possa promettermela durevole: e mi creda pieno della più distinta stima, e della più viva e sincera riconoscenza.
Di Vostra Signoria Illustrissima
Vienna 2 dicembre 1765#4
Come di consueto, nei copialettere non sono mai incluse le formule di saluto finali e la firma.