Fratello carissimo
La vostra sorpresa intorno agli affari di Napoli, non è niente maggiore della nostra. Vi sono circostanze così contradittorie, che per coloro che non sono ne’ segreti del gabinetto#1 si rendono inconciliabili. Ragionando fin’ ora ordinatamente su le nozioni pubbliche, non ho mai dedotta una conseguenza che l’evento abbia poi verificata: onde se non ho saputo prognosticar felicemente, ho almeno acquistata l’umiltà di non tentarlo più in avvenire#2. Nel caso presente poi è più necessaria che in qualunque altro, questa rassegnazione: perché a voler investigare i principii di tali effetti, chi sa dove mai si andrebbe a dar di capo. Lasciamoci portare dal vortice che ci rapisce, e già che non ne possiamo regolare i moti, non ne cerchiamo le cagioni. Chi sa, (voi mi dite) come anderà per noi circa le rendite di Napoli#3? Questo pensiero mi ha alquanto turbato, e non già per me, ma per voi, e per la mia famiglia. Io mi sento già tanto capitale di costanza da non risentirmene molto: ma non posso promettermi tanto dagli altri. Nulla di meno la favola non è terminata: chi può mai indovinarne la catastrofe. Io mi sono tante volte rattristato di cose che m’ hanno poi prodotto utilità; e tante volte rallegrato di quelle che <ho> poi trovate nocevoli; che non so più di che abbia veramente a rallegrarmi o dolermi. E quando finalmente l’evento presente fosse di quelli che possono chiamarsi disgrazie, contento di non averlo meritato, e persuaso di non poterlo evitare, lo soffrirò, come si soffrono l’intemperie delle stagioni, o gli assalti delle infermità non procurate con l’irregolarità della vita. Consegnate l’acclusa al signor Parrino#4. Abbracciate a mio nome il signor Domenico#5 dal quale avrete inteso qual uso dobbiate far delle mie lettere che la povera signora Marianna avea conservate. Queste non possono servir che d’imbarazzo onde ardetele pur tutte, e fedelmente lo stesso ho fatto anch’io delle sue. Al signor residente di Genova#6 ricordatevi di portare i miei rispetti, et agli altri amici che si sovvengono di me ringraziamenti, e saluti. L’istesso a casa. E voi amatemi, e credetemi
Vostro Affezionatissimo Fratello
Pietro Metastasio
M. aveva vari affari a Napoli: cfr. a Leopoldo Trapassi, 13 Marzo 1734 (e relative note).
Si tratta ancora di Domenico Bulgarelli, il vedovo di Marianna.