Fratello Carissimo
Oggi appunto ch’io sono estremamente sollecito delle lettere di Roma per sapere alcuna cosa della consaputa scelleratissima lite#1, non sono giunte le lettere e siamo su l’imbrunire: caso che non mi sovviene esser accaduto dal tempo ch’io dimoro in Vienna: con tutto ciò non voglio lasciarvi senza novelle di me, perché sappiate almeno ch’io sto bene di salute, già che non potete sperare ch’io lo stia d’umore. Nell’ordinario scorso scrissi una lettera all’eminentissimo Gentili#2, l’inclusi al signor Domenico#3, ma mi dimenticai una, e forse la miglior circostanza. Sento che sia segretario di codesto cardinale il signor abate Sciarpella che nel medesimo carattere ha servito qui il cardinal Grimaldi#4 d’onorata memoria: questi è uomo degnissimo, non solo in ciò che professa, ma per la probità, et ottimo cuore, onde ha lasciato questo paese pieno d’amore, e di stima per lui. Questi potrebbe esser ottimo et efficace mezzo per ravvivare nel cardinale suo padrone la propensione che ha sempre dimostrata di favorirmi nelle opportunità. Andate a lui a nome mio, riveritelo, ricordategli la servitù mia, esponetegli la vergognosa tempesta che muove all’onor mio, et alla memoria di chi non lo merita o il falso zelo, o l’avarizia, o la malignità altrui: insinuategli che se non si sopprime sollecitamente questa lite comunque finisca, non si può trattar senza svantaggio del mio nome. Qualche valido ufficio del cardinal suddetto col cardinal Protettore del luogo pio potrebbe produrre questo buono effetto: in fine rappresentategli la#5 estrema mia agitazione per questa persecuzione indegna, et offeritegli a mio nome oltre una eterna gratitudine qualunque contraccambio di cui possa esser capace la limitata mia abilità. Egli può darvi ajuto, e consiglio, onde non lo trascurate.
Ho risposto ad una lettera di Pietro Leone#6 il quale si lagnava di non aver avute l’ultime due opere da v>oi< : ch’io non me ne mischia>va< ed in quanto alla seconda parte della sua lettera nella quale dice che teme non esser assistito nella ristampa che medita di tutte le opere mie; l’ho assicurato che lo sarà quando voglia farle in maniera che non mi faccia vergogna. Un abbraccio al signor Domenico#7 e voi conservatevi amatemi, e credetemi
Il Vostro Affezionatissimo Fratello
Pietro Metastasio.