Fratello Carissimo

Nel mio ritorno dalla villeggiatura di Moravia#1 trovo tre vostre lettere de’ 21. 28 settembre e 5. ottobre. Nell’ultima delle quali sono i malanni. In verità non saprei più che fare per viver quieto. Sacrifico tutto quello che ho in Italia al sostentamento de’ miei: mi riduco a vivere co’ miei soldi diminuiti dalle grosse imposizioni correnti, e ritardati di 29 mesi, e tutto questo non basta, non ne ritraggo altro frutto che continui lamenti e dall’una, e dall’altra parte: ditemi che cosa ho da fare, e la farò#2. Consultatevi col signor Peroni#3, proponete a lui gli espedienti, e si faccia quello che stimate a proposito, ma evitate quanto potete di tormentarmi. Il signor Peroni potrebbe mettere in esecuzione il nostro progetto con far vedere ch’egli in avvenire gli avvanza di settimana in settimana, o di giorno in giorno il bisognevole per sostenersi, senza mia approvazione: mi spiegherò meglio: ei deve mostrare ch’io non sappia l’anticipazione della mesata d’ottobre, e che non abbia ordine di dare altro denaro sino all’anno nuovo onde se intanto bisognasse, come bisognerà o in novembre, o in dicembre somministrar di che vivere, dica di somministrarlo a proprio pericolo, e senza mia saputa, e con queste circostanze introduca il costume di dargli in quattro o più volte quello che gli deve in un mese. Forse mio padre per tenermi celato questo suo debito sarà contento del nuovo regolamento#4 e mi lascerà vivere in pace: che è l’unico ormai de’ miei voti. 
          Oh povero Peroni! Che colpa ha egli mai commessa ch’abbia ad entrare a parte ne miei malanni#5! Pregatelo di compatirmi, e di credere che io ho veramente rossore d’essergli così di peso. State sano, conservatevi, credetemi

Il Vostro Affezionatissimo Fratello Metastasio

M. era tornato dalla consueta villeggiatura in Moravia, regione orientale dell’attuale Repubblica Ceca, dove era solito trascorrere i mesi estivi (cfr. ad Antonio Maria Stanizzi, 9 novembre 1748).

In questo passo è evidente la costante premura e preoccupazione di M. per il sostentamento della sua famiglia e, in particolare, per il padre. 

Giuseppe Peroni,  procuratore degli interessi di M. e suo corrispondente (cfr. la scheda biografica a lui dedicata).

M. dà a Leopoldo istruzioni precise su come gestire la parte delle proprie rendite da destinare al padre; quest’ultimo infatti aveva l’abitudine di contrarre debiti. Cfr. Antonio Costa, Il «soldo» d’un poeta, saggio intorno a la situazione economica di Pietro Metastasio e ai suoi rapporti con la famiglia e con gli estranei, da lettere e documenti inediti, Genova, Scuola Tip. per i Giovani Derelitti, 1922, pp. 80-83. 

Giuseppe Peroni non solo è coinvolto nella risoluzione dei debiti di Felice Trapassi, ma, a partire dal 1743, ospiterà Leopoldo nella propria casa.