Fratello Carissimo

Voi siete la calamita de’ malanni. È possibile che adesso abbiate un così gran vespaio sollevato a trafiggervi? Non saprei sopra di ciò che rispondervi, se non se con due parole. 
Se lo meritate, correggetevi: se non lo meritate non ne fate conto.
          Eccovi il frontespizio del mio oratorio#1. Avvertite nulla di meno che non è sicuro che si canti. L’augustissimo padrone ha la podagra ne’ piedi, e non sappiamo ancora se per martedì sarà in istato di andare in chiesa. Quando non possa; l’oratorio non si canta, non si pubblica, et a me non è permesso mandarlo#2. Salutate tutti di casa, abbracciate il signor Peroni#3, e credetemi

il Vostro Affezionatissimo Fratello

Pietro Metastasio

Si tratta dell’Isacco figura del redentore, il cui invio era stato preannunciato da M. nella lettera a Leopoldo del 14 marzo 1739 («Nel venturo ordinario vi trasmetterò il frontespizio del mio Isacco»). Sabrina Stroppa ricostruisce attraverso l’epistolario di M. la travagliata stesura di questo oratorio, ultima azione sacra dell’autore: cfr. Pietro Metastasio, Oratori sacri, a cura di Sabrina Stroppa, introduzione di Carlo Ossola, Venezia, Marsilio, 1996, pp. 276-277.

M. allude all’imperatore Carlo VI, immobilizzato dalla podagra. La malattia del sovrano rimanda l’esecuzione dell’oratorio, che verrà eseguito per la prima volta soltanto nel 1740, durante la settimana santa, con la musica di Luca Antonio Predieri. 

Giuseppe Peroni (cfr. la scheda biografica a lui dedicata).