Vienna 6 luglio 767.#1

Illustrissimo Signore Signore e Padrone Colendissimo

Approvo moltissimo mio caro signor Rovatti la vostra risoluzione di andare a far provisione di salute in campagna siccome mi accennate in data de’ 23 del caduto. Ma avvertite di non defraudar voi stesso de’ benefici dell’aria, con la soverchia applicazione. Lo studio, come il cibo opprime, e non nutrisce quando non è somministrato a proporzione delle facoltà digestive#2.
          Ricevendo da Roma la dimandata, e promessa licenza, fatene prudente uso, e quando vi occorra per altro di scrivermi, avvertitemi d’averla: e questi sono tutti i doveri da compirsi da voi. Addio mio caro signor Rovatti: conservatevi, comandatemi, e credetemi

Devotissimo Obbligatissimo Servitore
Pietro Metastasio
 

La lettera, pur presente nel fascicolo «Metastasio» dell’Autografoteca Campori, non è stata inclusa nell’edizione Brunelli (il testo è stato pubblicato per la prima volta da Spaggiari, Scheda per l’epistolario di Metastasio, pp. 108-109).

La similitudine è anche una prima allusione alla massima senecana (tra le preferite del poeta) «fastidientis stomachi est plura degustare» che M. citerà pochi mesi più tardi (a Giuseppe Rovatti, 5 novembre 1767) nel tentativo di limitare l’attitudine di Rovatti a intraprendere nello stesso momento diversi progetti letterari e scientifici.