Vienna 22. Xbre 768.

Amico carissimo

L’amorose desolazioni da voi sofferte, e minutamente descritte nella carissima vostra del 10 del corrente fanno l’elogio del vostro buon cuore, che così teneramente si interessa nell’esistenza d’un amico: il quale ve ne rende per altro un largo contraccambio per inclinazione, e per gratitudine. Non vi faccia mai dubitar di questa verità, carissimo mio signor Rovatti la rarità, o il laconismo delle mie lettere. Io non so come accordar con le indubitate proporzioni della Providenza lo sbilancio della necessità che a me si va ogni giorno aumentando di scrivere, a misura che me ne va scemando la facoltà. Le numerose corrispondenze, che molto vivendo si acquistano, ci caricano di tanti ufficiosi doveri che bene spesso è impossibile prestarsi a tutti: e dovendo pur trascurarne alcuno è minor rischio il farlo co’ veri, e discreti amici, da’ quali può sperarsi compatimento non che indulgenza. Io non posso non promettermela da voi, che amo (tolto all’espressione tutto ciò che potrebbe aver d’autorevole) con amore veracemente paterno#1. E che perciò quanto mi compiaccio delle vostre lodevoli applicazioni, tanto ne temo l’eccesso, et affettuosamente ve ne raccomando la moderata misura. 
          Già che son giunti troppo tardi a me i vostri saluti per il caro signor abate Brandoli, di qua da lungo tempo partito, recategli così voi medesimo i miei, pregandolo di ricordare il mio rispetto al riveritissimo signor conte Montecuccoli#2. Tutto ciò che mi trasmetterete di vostro mi sarà sempre gratissimo: ma pensate che per convincermi che mi amate non potrete valervi di più efficace argomento che incominciando una volta ad amare un poco più voi medesimo. Addio. Io sono costantemente 

Il Vostro Devotissimo Obbligatissimo Servitore Amico
Pietro Metastasio

Se è certo che agisse anche il desiderio di non ricevere con una simile frequenza altre opere di grande mole per le quali il giovane modenese richiedesse una pronta lettura, in questi mesi il rapporto tra M. e Rovatti comincia a mostrare, in qualche misura, i segni di un sincero interesse paterno, come dimostrano anche le formule di saluto più informali (cfr. Introduzione).

Dovrebbe essere il conte Pellegrino Montecuccoli, erede di Antonio, morto l’11 luglio 1768.

 

Amico Carissimo ] Al Signor Giuseppe Rovatti / Da Vienna a Modena 22 dicembre 1768 B

lungo correzione di largo B

carissimo mio ] carissimo B