Vienna 27 maggio 771.
Nell’angelica docilità che onora l’ultima vostra felicissima lettera in versi#1, trasparisce mio caro signor Rovatti tutto il candore della vostra bell’anima. Quegli affettuosi sensi che la compongono mostrano la limpida virtuosa sorgente dalla quale derivano, e mi rendono contentissimo di me stesso nel considerar quanto degnamente io abbia collocato l’amor mio. Ho tardato a rispondervi per impedimenti fisici: né lo faccio ora così prolissamente come vorrei, perché, come altre volte vi ho detto, la mia povera testa, si va ora ogni giorno più vendicando dell’abuso che troppo lungamente ho fatto delle limitate sue facoltà: e non mi permette che discretissime applicazioni. Ma siate per altro certissimo che la mia tenera amicizia per voi ha così salde e profonde radici che resistono, e resisteranno alle insidiose detrazioni dell’età, et a qualunque incomoda vicenda di questa mia annosa, e logora macchinetta. Addio mio caro signor Rovatti; conservatevi qual siete, riamatemi come fate e come io non cesserò mai d’essere
Il Vostro Costantissimo
Pietro Metastasio
Questa lettera in versi non si è conservata.
Amico Dilettissimo ] Al Signor Giuseppe Rovatti / Da Vienna a Modena 27 maggio 1771 B