Vienna 13 giugno 771.
Amico Dilettissimo
Risposi alla amorosa, e poetica vostra lettera mio carissimo signor Rovatti con quelle veraci, e tenere espressioni che mi dettava il mio cuore, ma non con quella affluenza di parole che quanto secondarebbe il mio desiderio di trattenermi con voi, tanto trascende ora le fisiche mie facoltà. Né posso per la ragione medesima esser oggi più eloquente rendendovi conto d’aver ricevuti i due esemplari#1 del vostro poemetto Dell’origine delle fontane, e d’averlo attentissimamente letto, e considerato. L’ho trovato pieno di dottrina, di poesia, di sani e solidi raziocinii: e quello che mi ha cagionato ammirazione e compatimento insieme è l’infinita quantità dell’idee che veggo continuamente affollarsi intorno alla vostra mente, onde comprendo la fatica che dee costarvi la necessità di ordinarle: fatica molto maggiore di quella che costa agl’ingegni sterili la cura di rinvenirle. Vi sono gratissimo del dono, e vi auguro vigore nella macchina che secondi l’eccessive fermentazioni del vostro spirito. Addio amatissimo signor Rovatti. Mi congratulo della utilissima corrispondenza che avete contratta col signor Valisnieri#2: e vi assicuro ch’io sono veracemente.
Il Vostro Costantissimo
Pietro Metastasio