Vienna 27. maggio 773

Amico Carissimo

Finalmente la vostra lettera#1, o sia libro, selva, repertorio, o magazzino, dopo aver peregrinato per molte, e varie regioni dal dì 8 di gennaio del corrente anno, sino al 20 del mese in cui siamo, è pur giunta in mie mani. Io l’ho tutta a diverse riprese attentamente letta, e considerata: e parmi dopo questa lettura di essere in istato di poter fare il vivo, e vero ritratto non meno delle interne che dell’esterne vostre sembianze. Ho innanzi gli occhi la vostra insaziabile avidità di sapere, la vostra ostinata indefessa applicazione, la vastissima raccolta delle letterarie ricchezze di cui avete già fatto tesoro: e gli svantaggi che da un così laborioso tenor di vita, dee per necessità aver ritratto il vostro non atletico temperamento. Onde mi congratulo con esso voi dell’immenso, e mirabile viaggio che avete già fatto ne’ vasti regni delle lettere: e desidero che incominciate ad aver qualche cura una volta del vostro individuo, almeno per non rendervi inabile a farne degli altri. Sì mio caro signor Rovatti imparate a rispettare la tenuità della vostra salute: e dopo aver fatto fin ora il faticoso mestiere di scavare le più profonde e preziose miniere, proponetevi l’elevazione d’un edificio dove impiegare i marmi de’ quali avete così invidiabile dovizia. Ma proponetevene uno e non tanti insieme, altrimenti non ne compirete perfettamente alcuno, e perderete il più bel frutto de’ vostri lodevoli sudori. L’amore che ho per voi, e per il vostro illibato irreprensibile carattere, il doloroso privilegio della mia età, e l’esperienza che sono obbligato ad avere delle vicende della vita mi autorizzano a questi suggerimenti, che dalla vostra angelica docilità saranno affettuosamente accettati, ma per violenza di meccanica disposizione naturale non so con quanta esattezza eseguiti. Addio caro signor Rovatti. Voi sapete le fisiche e le morali ragioni per le quali io non posso esser lungo: onde soffrite che teneramente abbracciandovi, laconicamente ma col più vivo e sincero dell’animo io vi assicuri che sono e sarò sempre

Il Vostro Devotissimo Obbligatissimo Servitore et Amico
Pietro Metastasio

La «lunghissima lettera di molti fogli» non conservata, a cui Rovatti accenna il 16 marzo 1773 e di cui ha già parlato a Spallanzani il 2 gennaio 1773: «[...] una lunga lettera cominciata alcuni giorni dopo il mio ritorno e non ancora finita scritta al signor Metastasio» (Spallanzani, Carteggio, p. 187). Arriverà finalmente a destinazione il 20 maggio 1773.