Vienna 7 luglio 777.#1

Amico Impareggiabile

L’amorosa ricordanza che voi dimostrate di me, carissimo mio signor Rovatti, le sospirate ottime novelle che voi mi date della vostra salute, e gli ammirabili progressi che andate giornalmente e rapidamente facendo nelle vostre tanto malagevoli, quanto commendabili filosofiche scoperte sono potentissime ragioni che hanno a dismisura accresciuto il piacere che mi recan sempre le vostre lettere, nell’ultima di cui mi onorate in data del 28 dello scorso giugno#2: onde il sommo de’ miei voti è la costante continuazione nel vostro presente stato, in salute per voi, in amore per me, e l’indefessa costanza negli studi che or vi son cari, per gloria vostra, per amor dell’Italia, e per vantaggio dell’umanità. Avete gran ragione di non isdegnare la picciolezza degli oggetti che avete preso ad illuminare: quanto più son essi piccioli, tanto più mirabile è la perspicacia di chi gli scuopre: né si adora meglio l’incomprensibilità dell’Onnipotenza nella luce e nella grandezza del Sole, che nelle leggi da lei imposte ai men noti e più piccioli de’ viventi. Mi compiaccio moltissimo mio caro signor Rovatti, che voi nelle fisiche vostre ricerche abbiate convalidata col fatto una verità che si è anche a me da gran tempo presentata fra le oziose astratte mie meditazioni sul mio mestiere; cioè il gran rischio che corre di cadere in ridicoli paralogismi chi prende per fondamento de’ suoi raziocini le massime generali#3. Queste si compongono delle falsamente supposte analogie degli oggetti: i quali sembrano analoghi a noi perché non possiam giungere a scoprire le infinite loro minutissime modificazioni, per le quali, benché paian simili alla nostra limitata facoltà di vedere, e d’intendere, sono bene spesso fra loro sommamente diverse. Di che ci convincono poi, ma per lo più troppo tardi, i visibili assurdi, ne’ quali ci troviamo inaspettatamente impantanati dopo aver con la più esatta logica ragionato, ma sopra falsi supposti#4. Sicché continuate pure il vostro sicuro metodo, e non venderete mai lucciole per lanterne come si fa giornalmente ne’ mercati letterari. Io mi tratterrei con vero piacere lungamente con voi: ma caro mio signor Rovatti io non son più uomo da lunghe lettere, e non ho dritto di lagnarmi delle scemate mie fisiche facoltà: sicché non cessate d’amarmi a dispetto de’ miei involontari difetti, né mi fate il torto di dubitar mai della stima e della tenera amicizia con le quali io deggio e voglio esser sempre

Il Vostro
Pietro Metastasio

In quanto lettera dove Metastasio riflette di poetica, anche questa compare nel copialettere.

Questa lettera non si è conservata.

Ancora i «paralogismi» come sinonimo di pedissequa obbedienza a una norma da intendersi in modo più elastico. Metastasio si era espresso nella traduzione dell’Ars poetica, a proposito dei versi oraziani «Sed non ut placidis coeant immitia, non ut / serpentes avibus geminentur, tigribus agni», sui limiti del verisimile, che «non permette l’accoppiamento di cose fra loro per natura discordi», definendola «regola solidissima e vera» ma notando che «(come tutte le massime generali) ha bisogno di molto senno e cautela in chi vuole adattarla a casi particolari» (Ars poetica, p. 1256); rivendicando cioè la possibilità di discostarsi dalla verosimiglianza rigidamente intesa, in quanto «oltre le verità consuete e reali, vi sono delle verità insolite, o di comun consenso supposte, alle quali rassomigliandosi un’invenzione, si trova perfettamente d’accordo con la legge del virisimile [...]. Anzi, coteste insolite portentose invenzioni, quando son rese verisimili, producono il mirabile inaspettato, cioè a dire la più ricca sorgente del piacere che cagiona la poesia» (ibidem). Nell’Estratto Metastasio rimarca che «la legge del verisimile è soggetta a molte limitazioni, trascurate, o non conosciute, particolarmente nelle imitazioni poetiche, dalla maggior parte de’ critici» (Estratto, pp. 35-36).

L’opposto della teoria del verisimile rigidamente intesa è la creazione del «mostro» derivato dall’unione analogica di parti solo apparentemente connesse.

 

Amico Impareggiabile ] Signor Giuseppe Rovatti (Modena) B