Vienna 4 maggio 778.

Amico Dilettissimo

Il vostro silenzio, mio caro signor Rovatti, sia pur egli quanto si voglia prolisso, può ben defraudarmi del piacere di leggere le affettuose vostre, e nitide lettere, ma non può mai farmi dubitare dell’amor vostro: del quale ho troppo sicuri mallevadori nel candore del vostro bel cuore, incapace di non contraccambiare la tenerezza mia per l’amabile vostra, e stimabile persona. Qualunque sia la sorgente (che voi mi tacete) delle nuove cure che vi siete addossate, io me ne congratulo sinceramente con esso voi; poiché gli spiriti attivi come il vostro hanno gran bisogno d’essere in moto: altrimenti la loro attività s’impiega a danno del proprio individuo e riempie la mente d’idee poco serene, e distruttive da quella tranquillità che cerchiamo. È vero che gli ozi vostri non lasciano intorpidire le facoltà della vostra mente. Le belle e pellegrine ricerche nelle quali con tanto fervore vi occupate, l’esercitano abbastanza: ma l’uniformità delle applicazioni ha bisogno d’essere di tanto in tanto interrotta, e queste salubri interruzioni non saranno mai dono della vostra scelta: et io so buon grado a quelle benefiche inevitabili cure che ve le somministrano, e che voi tanto ingiustamente detestate. Conoscitore quale io sono del vostro carattere, concepisco quale sia stata, e sia tuttavia la vostra afflizione nella perdita d’un amico di tanto pregio qual era il dottissimo Haller. Il bello, poetico, et espressivo componimento#1 con cui così affettuosamente ne deplorate la mancanza mi fa entrare a parte del vostro dolore Interrompete con le vostre cure domestiche e la fissazione in queste immagini funeste, et insieme le dotte vostre abituali occupazioni, ma andate riprendendo queste ultime; dalle quali potete ormai promettervi onorato luogo nel tempio di Minerva e nella memoria de’ posteri.
          La lettera inclusami, è stata, a tenore de’ vostri comandi, fatta consegnare prontamente al prelato di Santa Dorotea#2. Continuate ad amarmi, sicuro della mia tenerezza con la quale sarò sempre 

Il Vostro Fedelissimo
Pietro Metastasio

 

L’epistola in versi In morte del signor Dottore Alberto di Haller del gennaio 1778 (Sei morto, amico! Ah non potea la morte) è custodito nel ms. γ X. 3. 1 dei Manoscritti Campori, cc. 473 sgg.

Il riferimento è stato inserito solo nell’originale della lettera, probabilmente in un poscritto. Il prelato del monastero di Santa Dorotea potrebbe essere il prevosto gesuita Ignaz Müller, eletto nel 1760 e confessore di Maria Teresa, ultimo prevosto prima che nel 1786 il monastero venisse abolito nell’ambito delle riforme giuseppine, ma è ignoto quale fosse la richiesta di Rovatti, e per conto di chi.