Vienna 12 maggio 778.
Amico Dilettissimo
Il tragico principio della ultima vostra lettera#1, carissimo signor Rovatti, mi ha fatto tremar da capo a piedi, preparandomi ad un inconveniente succeduto contro di me, e bisognoso di pronto riparo. Mettete pur l’animo in pace perché la spesa della posta di cui mi avete involontariamente aggravato, è della specie di quelle che non fanno spavento né pure ai tenui erari poetici: e voi fate gran torto al mio disprezzandolo a segno di crederlo sensibile a così piccioli assalti. Non vi turbi più questo pensiero: tornate a dormir placidamente i vostri sonni, e lasciate a me la cura di rivalermi sopra di voi quando meno l’aspetterete. Addio, conservatevi, e non andate somministrando materie così poco solide alla vostra inclinazione ipocondrica: a dispetto della quale io sono e sarò sempre con la medesima stima e tenerezza
Il Vostro Fedelissimo
Pietro Metastasio