Vienna 20 luglio 778.
Amico Carissimo
L’ubbidirvi, mio caro signor Rovatti è per me un sensibile piacere: e l’ho provato nell’eseguire il ricapito della lettera da voi trasmessa per il noto prelato#1, il quale l’ha indubitatamente ricevuta avendomi cortesemente fatto ringraziare della mia cura nel fargliela tenere; il di più che richiedete, cioè d’investigar perché egli non abbia fin ora risposto non è operazione che possa eseguirsi da me, che non solo non ho seco l’intrinsica familiarità per avanzarmi ad una così ardita richiesta, ma in 47 anni di dimora in Vienna non credo d’essermi incontrato tre volte con esso lui, e non mai nella sua o nella mia casa: onde mi manca la scusa d’una somma confidenza, che potrebbe in qualche parte dispensarmi dai rigori de’ comuni riguardi civili. Sento infinito rincrescimento di non potervi compiacere in questo: vendicatevene con altre commissioni da me eseguibili: siate grato agli imbarazzi domestici ch’io credo necessari alla vostra salute; e non cessate mai di credermi
Il Vostro Fedelissimo
Pietro Metatasio