Vienna 14 Xbre 779.

Amico, e Padrone Divotissimo

Dal signor marchese Frosini#1 inviato di Modena a questa cesarea corte, mi fu recato tre giorni fa un gratissimo vostro foglio dato del 10 dello scorso novembre, e pieno di quelle tenere, e candide espressioni d’affetto, ch’io sento di meritare con l’ampio e sincero contraccambio che ve ne rendo, non solo per debito di corrispondenza; ma anche più per giusto tributo che esigono da chicchesia i vostri illibati costumi, i vostri non comuni talenti, la vostra sudata dottrina, et il distinto luogo che ormai degnamente occupate fra le persone benemerite della repubblica letteraria. Continuate a calcare la via da voi così felicemente intrapresa, e secondate il favor della natura che chiaramente vi vuole per suo interprete. Il gentil cavaliere, portatore della cara vostra lettera mi ha consolato informandomi delle felici circostanze del vostro presente stato; particolarmente della vostra salute e del vostro ridente e festivo umore, che ne suole essere il men dubbio argomento. La mia è certamente migliore di quello che l’età mia mi permette di pretendere, ma non già tale che per esserne contento io non abbia bisogno di rassegnazione. Vi sono gratissimo del dono del vostro bellissimo epicedio#2, già da alcuni anni sono da voi egregiamente scritto, per la perdita che faceste d’un caro amico. Parla in esso visibilmente il cuore: et è forse il miglior componimento poetico che vi sia uscito di mano. Mi compiacerei di trattenermi nell’andarne annoverando le molte bellezze, ma la mia testa tormentata dagli antichi suoi incomodi vuole imperiosamente ch’io vi abbracci e finisca. Addio.

Il Vostro Fedelissimo
Pietro Metastasio

 

Il marchese Antonio Maria Frosini, futuro cardinale, fu inviato a Vienna da Francesco III come inviato straordinario e ministro plenipotenziario presso la corte cesarea. Cfr. Diletta Della Latta, I Frosini. Storia di una famiglia pisana dal XIII al XIX secolo, «Bollettino storico pisano», LXXIII, 2004, pp. 307-342: 333-334. Qui Brunelli parla di Vincenzo Frosini, allievo dello Spallanzani, probabilmente perché l’erede del marchesato era il primogenito Vincenzo, ma fu Antonio Maria a diventare ministro estense presso la corte asburgica; nella lettera citata supra, Rovatti parla espressamente di Antonio come conoscente a cui affidava involti destinati a M. per Vienna. È probabile quindi che il titolo di «marchese» sia in questo caso usato estensivamente.

Quasi certamente Rovatti, più che alle traduzioni di Antonio Conti del Rape of the Lock e dell’Eloisa, si riferisce a una delle tante versioni italiane (probabilmente quella di Anton Filippo Adami edita nel 1756 ad Arezzo) dell’Essay on Man, che fornisce la materia per questo suo abbozzato (ed effettivamente più felice delle passate prove poetiche) componimento sopra l’eternità; cfr. Franco Arato, Pope italiano: le traduzioni settecentesche dell’Essay on Man, in Transiti letterari e culturali, vol. I, a cura di Giuseppe Sertoli e Goffredo Miglietta, Trieste, EUT, 1999, pp. 75-85.

Amico, e Padrone Divotissimo ] Signor Giuseppe Rovatti (Modena) B