Vienna, 20 agosto 1757
Illustrissimo Signore Signore e Padrone Colendissimo
Fra le moltissime aggradevoli conseguenze del trionfo del nostro savio e valoroso marescial Daun#1, è stata per me una delle più sensibili l’occasione che ha somministrata al mio degnissimo signor conte Florio di accrescer fregi co’ suoi elegantissimi componimenti al Parnaso italiano#2 e di onorar me di sue lettere. Sino al ricever l’ultima sua#3 non era pervenuto a mia notizia se non se il sonetto dell’ombra dello Schwerin#4: e questo mi avea così occupato della sua viva e poetica imagine, e della maestà de’ pensieri e delle espressioni, particolarmente del primo terzetto, che ha saputo prendere il primo luogo, e difenderselo nel mio giudizio contro gli altri suoi fratelli#5, che per altro non glielo han lasciato senza contrasto. Non solo non mi era stato fatto parte di questi componimenti da’ nominati#6 letterati, ma non ho potuto né pure rintracciar da loro indirizzo per rinvenirgli. Ho fatto ricorso agli stampatori del paese, e così ne son venuto a capo. Ho trovati in una raccoltina la bellissima sua canzone corteggiata da’ cinque sonetti#7, et in un’altra più picciola tre sonetti soli, fra’ quali quello misterioso della verga e dell’arco, e due che non so se derivano dalla sorgente medesima, ma lo meritano almeno#8. La nota che accludo disegna il contenuto di ciascuna delle due raccolte, et i principii de’ componimenti onde son formate.
Io son superbo del giudizio che feci de’ rari e colti talenti del mio signor conte Florio già da tanti anni; egli ha perfettamente avverati i miei presagi, et io me ne congratulo con me stesso, con l’Italia e con lui.
Il mio sonetto#9 non ha altro di bello che la verità, che voleva oscurar qualche maligno, con attribuire a puro miracolo il nostro trionfo, per iscemarne il merito al vincitore. Per altro il sonetto non è la mia propensione: io mi corico di mala voglia su questo letto di Procuste, et è miracolo quando n’esco con l’ossa sane. Si conservi, mi comandi, e mi creda con la più costante e rispettosa stima
Di Vostra Signoria Illustrissima
Divotissimo Obbligatissimo Servitore Vero
Pietro Metastasio
Cfr. lettera a Daniele Florio, 29 luglio 1757.
imagine] immagine C
contro] contro B
glielo] gliel B C
agli] alli C
tanti anni] tant’anni C
iscemarne] iscemare C
corico di mala voglia] [corico > riduco sempre] di mala voglia \a coricarmi/ B
stima … Pietro Metastasio] stima etc. B