Vienna [ante 29 settembre 1759]
Ho letto con sommo piacere, e con la solita ammirazione il bel sonetto#1 del mio riveritissimo signor conte Florio, e siccome per la poesia lo stimerei degnissimo d’esser presentato, così per molti riguardi politici stimerei il contrario: non parendomi che possa riuscir grato un componimento nel quale il re di Prussia è trattato da Ercole, e le vincitrici da Amazzoni spogliate del cinto, che han sofferto scorno e che non si difendono da così celebre e glorioso nemico, come era Alcide, se non che per assistenza divina. Interessato nella gloria e ne’ vantaggi di così degno cavaliere prego il signor abate Freddi#2 a comunicargli insieme con le mie riverenze questo mio parere.
Il sonetto «delle Amazzoni»; cfr. lett. del 29 settembre 1759.
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