Vienna [ante 29 settembre 1759]


Ho letto con sommo piacere, e con la solita ammirazione il bel sonetto#1 del mio riveritissimo signor conte Florio, e siccome per la poesia lo stimerei degnissimo d’esser presentato, così per molti riguardi politici stimerei il contrario: non parendomi che possa riuscir grato un componimento nel quale il re di Prussia è trattato da Ercole, e le vincitrici da Amazzoni spogliate del cinto, che han sofferto scorno e che non si difendono da così celebre e glorioso nemico, come era Alcide, se non che per assistenza divina. Interessato nella gloria e ne’ vantaggi di così degno cavaliere prego il signor abate Freddi#2 a comunicargli insieme con le mie riverenze questo mio parere.

Il sonetto «delle Amazzoni»; cfr. lett. del 29 settembre 1759.

Biagio Freddi era nipote di Teresa Morassi, sorella di Giovanni Giacomo Marinoni, da cui fu assunto come segretario (a Florio, 6 maggio 1752, comunicava la decisione di accoglierlo presso di sé) e quindi nominato suo erede. Freddi compare in diverse lettere di Marinoni, che costituiscono uno dei segmenti più cospicui dell’epistolario di Daniele Florio. Sarà Freddi a comunicare a quest’ultimo (da Vienna, 11 gennaio 1755) la morte del Marinoni (Udine, Archivio di Stato, Archivio Florio, II, 181.4). Dopodiché, Freddi dovette subentrare come punto di riferimento di Florio nei soggiorni viennesi; cfr. lett. di Daniele al fratello Francesco, da Vienna, 7 settembre 1771 (Udine, Archivio di Stato, Archivio Florio, II, 181.4): «partito domenica passata da Gorizia all’ore 22, sono solamente arrivato in quest’oggi in questa Imperiale città due ore dopo il mezzo giorno, ove graziosamente sono stato accolto nel solito albergo dal mio cordialissimo Ospite ed Amico il Signor Abate Freddi». Giovanni Giacomo Marinoni (1676-1755) è un nome importante nella storia della scienza e della cultura. A Vienna era matematico cesareo, cartografo e direttore dell’Accademia di ingegneria militare; dal 1726, nobile del Sacro Romano Impero e dal 1728 aggregato all’ordine nobile di Udine. Florio gli dedicò alcuni versi nell’occasione della pubblicazione del De astronomica specula domestica et organico apparatu astronomico libri duo, Vienna: Leopoldus Joannes Kaliwoda, 1745, relativi all’osservatorio astro-nomico da lui fondato a Vienna (All'illustrissimo signor Giacomo Marinoni patrizio udinese consigliere e mattemati-co cesareo e degl'incliti Stati dell'Austria inferiore ascritto all'Accademie delle Scienze di Bologna e di Napoli in occasione del libro da lui dato nuovamente alla luce sopra il suo domestico osservatorio e gli strumenti astronomici sonetto di Nivisco Lesio pastore arcade, Udine, Giambattista Fongarino, 1746). Su di lui cfr. Anna Giulia Cavagna, I libri di Giovanni Giacomo Marinoni, in Gli spazi del libro nell'Europa del XVIII secolo, a cura di Maria Gioia Tavoni e Françoise Waquet, Bologna, Pàtron 1997, pp. 129-152, e la voce di Liliana Cargnelutti in Nuovo Liruti, a cura di Cesare Scalon, Claudio Griggio e Ugo Rozzo, II. L’età veneta, Udine, Forum Editrice, 2009, pp.1603-1611.

 

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