Vienna, 10#1 dicembre 1771


Illustrissimo Reverendissimo Signore Signore e Padrone Colendissimo

Non potrebbe mai dissimulare, anche volendo, il tanto amato quanto da me riverito signor conte Daniele, suo degnissimo fratello, l’innata qualità d’eccellentissimo poeta. Dalla impressione che hanno fatta nell’animo di vostra signoria illustrissima e reverendissima le sue relazioni intorno al contegno da me tenuto a riguardo di lui, nel suo soggiorno in Vienna#2, riconosco la facoltà seduttrice della sua eloquenza poetica, che ha saputo trasformare in meriti miei quegli atti di giustizia, che da me negletti, avrebbero a me solo fatto gran torto ma non a lui. Non ha egli certamente bisogno di promulgatori del suo valore: questo è tale che si fa conoscere da se stesso, non meno che i candidi suoi illibati costumi; i quali, come merce a’ nostri giorni assai rara, accrescono col proprio lo splendore d’ogn’altro pregio. Ma disfido per altro tutta l’energia delle incantatrici sue Muse non già ad ingrandire, ma a non iscemare il vero nelle testimonianze ch’ei rende appresso di vostra signoria illustrissima e reverendissima all’amore, alla stima et al rispetto col quale io riguardo la distintissima sua persona. La solida sua pietà, la sacra e profana dottrina, tutto ciò che sa dire e tutto ciò che sa ella tacere negli aurei scritti suoi, e non meno di quanto fa, quanto prudentemente trascura, sono prove incontrastabili di saviezza, di sapere, di religione e d’ingegno; e se avesse piaciuto alla Providenza di fornire il nostro secolo d’un sufficiente numero di suoi pari, sarebbero stati ben corti i deplorabili progressi che ha già fatti, e che va tuttavia pur troppo facendo la regnante detestabile Filosofia#3. Soffra pazientemente la sua modestia questo sincero sfogo d’un animo per natura non lusinghiero, ma straordinariamente sensibile ad ogni esempio di virtù non comune. Il nostro tranquillo Triumvirato#4 sarebbe superbo se potesse contar vostra signoria illustrissima e reverendissima fra’ suoi; ma disperando un sì invidiabile acquisto, vuol che almeno ella sappia che il mio intorno al di lei merito è il sentimento di tutti. Conservi gelosamente se stessa per profitto dell’umana società, e per profitto mio quella parzial propensione che non nasconde nel giudicar delle mie produzioni; mi onori de’ suoi comandi, e mi creda con tenerezza eguale al rispetto

Vienna X Xbre 1771

Di Vostra Signoria Illustrissima e Reverendissima 
Divotissimo Obbligatissimo Servitore Vero
Pietro Metastasio

Probabilmente si tratta di un errore di copia: la data corretta è il 4 dicembre (cfr. lett. a Daniele Florio del 4 dicembre 1771, con cui questa fa il paio).

Si riferisce al soggiorno viennese di Daniele Florio nel settembre-ottobre 1771 (cfr. ancora a Daniele Florio, 4 dicembre 1771). 

Le idee illuministiche a proposito della religione e della chiesa.

La frequentazione di Metastasio con il conte di Canale e il barone Johann Hugo di Hagen, presidente del Consiglio imperiale; similmente nella lett. a Daniele Florio del 4 dicembre 1771: «La nostra triplice Alleanza non può assuefarsi ancora a veder vota la quarta sedia».

Illustrissimo … Colendissimo ] omette B
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avrebbero ] averebbero B
ch’ei ] che ei B
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Divotissimo … Pietro Metastasio ] omette B