Vienna, 22 giugno 1775

Illustrissimo Signore Signore e Padrone Colendissimo 

Ieri mattina in casa Figuerola#1 mi fu recata dalla posta una lettera, senza lettera#2, ma con un magi-strale sonetto d’incognito autore. Alla prima lettura del medesimo, senza esitare un momento la contessa#3 asserì di conoscere chi l’avea scritto; onde fu riletto e ne fu esaltato il noto eletto stile e l’erudita opportunissima allusione. Se vostra signoria illustrissima ne conosce l’insigne autore#4, se ne congratuli seco a nome nostro, e gli renda le dovute grazie per l’obbligante sua cura. Creda che qui se le rende l’ampio dovuto contraccambio ch’esige l’obbligante sua memoria, e che io pieno di gratitudine, di tenerezza e d’ossequio, sempre sono e sarò lo stesso

Vienna 22 giugno 1775 

Di Vostra Signoria Illustrissima
Divotissimo Obbligatissimo Servitore Vero 
Pietro Metastasio

 

La famiglia di origine spagnola, che faceva capo al conte Raimondo, membro del Supremo Consiglio di Fiandra.

una lettera, senza lettera: una lettera contenente solo il sonetto.

La contessina Francesca Figuerola, figlia della defunta Gertrude e di Josep Figuerola y Arguillol, nipote di monsignor Perlas: cfr. lett. di M. a Florio del 26 aprile 1766.

M. si rivolgeva a Florio perché certo pensava, in accordo con la contessa Figuerola, che fosse lui l’autore del sonetto.
 

 

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