Vienna, 18 marzo 1776
Illustrissimo Signore Signore e Padrone Colendissimo
Oh che superbi, impareggiabili sonetti son mai questi ultimi tre#1, de’ quali vostra signoria illustrissima si è compiaciuta arricchirmi! Essi meritano luogo ben distinto, anche fra i tanti bellissimi che lei già da lungo tempo distinguono fra la più eletta schiera degli abitatori del Parnaso. Nulla rimane da desiderarsi in essi: solidità di pensieri, vivacità d’immaginazione, tenerezza d’affetti religiosi, e tutto espresso con quell’idioma luminoso ch’ella ha saputo rendersi proprio e particolare, e con cui sa colorire et illustrare ogni suo concetto senza il minimo discapito della verità. Io gli ho già riletti più volte con la signora contessa di Figuerola#2 e monsignor Perlas#3, e con altri ch’io credo degni d’esserne ascoltatori; e parmi, in virtù dell’affetto che a lei mi unisce, d’aver considerabil parte nelle lodi ch’essi da tutti concordemente raccolgono. Me ne congratulo seco, e le ricordo di custodir gelosamente la miniera di merci così preziose.
Se mi capiterà innanzi il giovane signor Francesco Rota#4 da lei additatomi, l’indirizzerò, a tenore degli ordini suoi, alle persone da lei nominatemi, e mi studierò di disporlo al ritorno in patria et all’amorosa cura del tenero suo onorato genitore.
Il nostro degnissimo signor conte di Rosemberg#5, ora camerier maggiore et alloggiato magnificamente nell’imperial corte, è rapito continuamente dal vortice aulico#6, e particolarmente in quelle ore nelle quali soleva di tratto in tratto onorarmi della sua presenza; per vederlo convien prenderlo a volo, e l’annosa mia macchina mi rende poco abile cacciatore, e quindi è che ben di rado c’incontriamo. Nulla di meno, verificandosi il viaggio de’ nostri augustissimi a Gorizia#7, avrò cura di secondare il desiderio di vostra signoria illustrissima in qualche modo.
Le rendo grazie dell’amorosa offerta del per me delizioso ospizio in cotesta sua casa, ma l’occasione del viaggio della corte non è opportuna per approfittarmene. Io so a quali insoffribili incomodi vi si trovano esposti i primi luminari#8, e mi avvilisce l’argomentare quali a proporzione sarebbero i miei. Mi lasci immaginare altre men difficili circostanze per non perder la speranza di potere costì passar seco qualche giorno felice.
Tutti i salutati la risalutano, et io con l’antica, ossequiosa tenerezza invariabilmente mi confermo
Vienna 18 marzo 1776#9
Di Vostra Signoria Illustrissima
Divotissimo Obbligatissimo Servitore Vero
Pietro Metastasio
Le frequentazioni e gli incarichi di corte.
Il viaggio progettato, che poi non si fece.
i primi luminari: i più alti funzionari.