Vienna, 26 settembre 1776

Ecco di ritorno i fogli stampati#1 che il riverito signor abate Agostini#2 si è compiaciuto mandarmi di commissione, e che io sedotto dal piacere di ripeterne la lettura, e fidato nella di lui compiacenza, ho forse più lungo tempo trattenuti di quello che la convenienza avrebbe richiesto; ma è degno di scusa chi si lascia sedurre dall’incanto del linguaggio poetico del nostro caro et insigne autore, che sempre eguale a se stesso, tanto in ciò si distingue dalla folla degli altri cittadini del Parnaso, quanto nelle interne amabili disposizioni del suo bel cuore, che limpidamente traspariscono et innamorano ne’ versi suoi. È pregato il signor abate a congratularsene con esso lui a nome di chi scrive, a ricordargli l’amore, la stima e l’ossequio di questo, et a contar sempre (nel suo particolare) come

Casa 26 7bre 1776

Divotissimo Obbligatissimo suo Servitore 
L’Abate Pietro Metastasio

 

Relativi, parrebbe, alla stampa non del solo sonetto del Florio «Passò l’orrido verno, e la procella», ma anche dell’anacreontica «Alza omai dal cheto Eliso» («se non equivalente nel valore alla sua, almeno proporzionata nel numero e nella estensione», come si legge nella dedicatoria a M., che accompagnava la stampa, conservata in Udine, Archivio di Stato, Archivio Florio, II, busta 192.1, in duplice copia; in calce alla prima copia, che è la versione ultima, in data «Die 2 Xbris 1776» è vergato il «vidit et approbavit» del vicario del S. Uffizio udinese Frate Geronimo Gianettini). Cfr. Al celebre Signor Abate Pietro Metastasio. Ode del Signor Conte Daniele Florio Ciambellano delle LL. MM. II. RR. AA., Venezia, Carlo Palese, 1776; l’ode fu stampata anche a Gorizia, presso Valerio de' Valeri publico stampatore, 1777.

Forse l’abate Valentino Agostini, della Congregazione della Chiesa nazionale italiana in Vienna, morto nel 1814 all’età di novant’anni. Cfr. lett. del 4 maggio 1776.