Vienna, 18 aprile 1778
Illustrissimo Signore Signore e Padrone Colendissimo
Domenica scorsa 12 del corrente il padre Maestro Gazzaniga#1 mi recò gentilmente in persona il volume delle elette poesie di vostra signoria illustrissima; e la magnifica, dotta, savia et eloquentissima lettera, con la quale ella lo presenta al sommo pontefice#2, mi assicurò subito del valore della preziosa merce, in essa con tanta modestia e sommissione annunciata. L’impaziente curiosità mi fece scorrere a salti il caro esemplare, e m’avvenni ben presto ne’ luoghi ne’ quali la generosa di lei amicizia l’induce a parlar con tanto vantaggio di me#3, e per difendermi dalla vanagloria misurai dall’eccesso de’ suoi parziali giudizi, quello dell’amore che la seduce, raddolcendo così con la somma compiacenza di questo, l’amaro de’ rimorsi delle per altro involontarie mie usurpazioni. Mi pascerò lungamente et a bell’agio di così utile e deliziosa lettura, et intanto le rendo grazie del dono, insieme con tutto il Parnaso, da lei di così nuovi e rari fregi arricchito.
Preceduta dal benevolo portatore del libro#4, mi fu resa tre o quattro giorni sono una di lei affettuosissima lettera d’antica e moderna data#5, in cui ella mi parla a lungo del nostro degnissimo e tanto amabile, quanto stimabile monsignor de’ Rinaldis#6, esagerandomi quanto egli sia tornato in patria contento, e di Vienna e di me. Rispetto a questo pubblico è ben giusta la sua gratitudine, essendo egli qui stato perfettamente conosciuto e gustato, et avendo lasciato di sé un costante desiderio in ogni ordine di persone. Ma per renderla giusta a riguardo mio convien ch’io mi lusinghi ch’egli saggio conoscitore del cuore umano, mi abbia messo a conto di merito non già quel che ho fatto, ma quello che avrei voluto fare per onorarlo, se le scarse mie e fisiche e morali facoltà fossero state in equilibrio col mio debito e col mio desiderio. Divotamente lo riverisca, teneramente l’abbracci in mia vece, e procuri (la supplico) di tratto in tratto di ravvivarmi nella sua memoria.
Saranno esattamente eseguite le ufficiose commissioni delle quali m’incarica, et entro mallevadore dell’ampia corrispondenza ch’esigeranno. Non si stanchi di riamarmi, e di credere ch’io sarò sempre col medesimo ossequio e con la tenerezza medesima
Vienna 18 aprile 1778
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dalla ] della B
per altro involontarie mie ] mie per altro involontarie B
arricchito ] arrichito B
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ch’esigeranno ] che esigeranno B
ch’io ] che io B
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18 ] 30 C
Di Vostra … Pietro Metastasio ] Di V.S: Ill.ma B, omette C