Vienna, 10 gennaio 1781

Illustrissimo Signore Signore e Padrone Colendissimo

Non sono ancora in istato, riverito e caro mio signor conte Florio, di parlarvi della fatale irreparabile nostra perdita#1: animus meminisse horret luctuque refugit#2. Vi parlo de’ bellissimi vostri sonetti#3, che mi hanno in qualche parte consolato con la considerazione dell’ottimo stato dello scrittore del quale si conosce il florido vigore negli eccellenti frutti che ancor produce. Gli ho comunicati alla casa Figuerola#4 et alla eletta compagnia che vi concorre: gli ho fatti tenere all’eccellentissimo signor conte di Rosenberg#5 et alla signora contessa Collalto#6; gli ho letti e riletti col signor presidente del consiglio imperiale aulico#7, e non cesserò di farne parte a quelli che ne son degni. Io son pagato della mia cura col piacere che ritraggo dall’applauso ch’essi ricevono, del quale la tenera antica amicizia mi mette a parte. 
          Sono usciti alcuni componimenti in prosa et in versi in varie lingue su questa funesta occasione, ma io non ne ho veduti sull’asserzione di persone intelligenti, che mi hanno assicurato che non ne meritavano l’inchiesta. Continuiamo ad assisterci comunicandoci con l’esempio scambievole la difficile rassegnazione della quale abbiamo bisogno in tanta disgrazia, come mi suggerisce la savia, eloquente et affettuosa vostra lettera, e continuate a credermi con l’antico rispetto, stima e gratitudine

Vienna 10 del 1781 

Di Vostra Signoria Illustrissima
Divotissimo Obbligatissimo Servitore et Amico 
Pietro Metastasio

(volti)
P. S.
 Questa lettera era scritta il giorno della data che porta, ma una improvvisa febbre seguitata da una risipola#8 nella mia gamba sinistra m’impedì di spedir le mie lettere. Mi ha tenuto alcuni giorni in letto, et ora ne’ suoi congedi non mi permette d’uscir di casa. La mando perché faccia essa le mie scuse, e per dirle che il signor conte di Rosenberg, essendo venuto in questa occasione a visitarmi, mi ha commessi a bocca i suoi complimenti et applausi per vostra signoria illustrissima tutto contento di aver trovato destramente il modo di far leggere e gustare all’augustissimo padrone#9 i due eccellenti sonetti#10, co’ quali ripiegati in mano ei si presentò a Cesare, per altro affare, senza parlarne; et ebbe il modo, ch’egli procurava, di presentarli richiesto. Addio di nuovo.

Vienna 23 gennaio 1781

 

La morte di Maria Teresa, avvenuta il 29 novembre 1780.

Verg. aen. II, 12.

Composti, par di capire (vd. anche infra), per la morte dell’imperatrice; poi a stampa in Alcune poesie in morte di sua maestà la imperadrice regina Maria Teresa del conte Daniele Florio ciambellano di S. M. I. R. A., Gorizia, Valerio de Valeri, 1782.

La famiglia, di origine spagnola, che faceva capo al conte Raimondo, membro del Supremo Consiglio di Fiandra; s'intende qui la cerchia della contessa Francesca.

Franz-Xaver-Wolfgang von Orsini-Rosenberg (1723-1796), all’epoca Gran Ciambellano: cfr. lett. a Florio del 18 marzo 1776.

Maria Antonia de Silva, contessa di Collalto, sposa di Vinciguerra Tommaso di Collalto, gentiluomo di Camera dell'imperatore.

Il barone Johann Hugo II von Hagen (1707-1791), dal 1778 presidente del Consiglio imperiale: cfr. lett. a Florio del 13 aprile 1776.

risipola: un'infezione acuta della pelle.

Giuseppe II d’Asburgo-Lorena (1741-1790), associato dalla madre Maria Teresa, dal 1765, al trono sui domini della famiglia d’Asburgo; quindi, alla morte di lei, imperatore del Sacro Romano Impero.

Probabilmente quelli citati sopra, per la morte di Maria Teresa.
 

Non ] Io non B
comunicati ] communicati B
eletta ] dotta B
imperiale aulico ] Aulico (Co. di Hagen) B
ch’essi ] che essi B
su ] in B
sull’asserzione ] sulla asserzione B C
10 ] 11 C
improvvisa ] improvisa B
Mi ] e mi B
d’aver ] di aver B
co’ quali … richiesto ] omette B
Di Vostra Signoria … gennaio 1781. ] manca C

Divotissimo … Pietro Metastasio ] omette B
Questa lettera ] 23 Geno 1781. Questa lettera B