Vienna, 7 gennaio 1782

Illustrissimo Signore Signore e Padrone Colendissimo

Trasportata vostra signoria illustrissima dalle umanissime disposizioni del suo bel cuore, impiega la perenne et aurea sua vena poetica per onorarmi#1; ma temo che questa troppo invidiabile et affettuosa sua cura serva a più d’uno di stimolo per esaminar quanto io la meriti: esame a cui con gran ragione io temo di sottopormi. Ma con tutto ciò io gliene sono al sommo tenuto, e me ne compiaccio, perché quanto meno io la merito, tanto è più grande e sicuro l’amore che la cagiona. Io non so se avrò la fronte#2 di farne l’ostentazione che soglio fare d’ogni suo scritto, ma sento tutto il peso d’un simil debito#3. Al degnissimo monsignor suo fratello#4 i miei ossequiosissimi rendimenti di grazie, et a lei direi molto più se fossi meno oppresso da’ miei abituali incomodi di salute, che in questa stagione sono insopportabili#5, e mi affrettano a protestarmi col dovuto rispetto e gratitudine

Vienna 7 del 1782 

Di Vostra Signoria Illustrissima
Divotissimo Obbligatissimo Servitor Vero
Pietro Metastasio

 

Nella lettera del 21 dicembre 1781 (in Udine, Archivio di Stato, Archivio Florio, II, 192.1), Florio aveva mandato a M. dei versi che dovevano riferirsi al riconoscimento concesso al poeta cesareo: «Le mie Muse sono nate per contar non solamente le glorie de’ prencipi, ma ancora quelle degli amici. Può ben ella immaginarsi, signor abbate pregiatissimo, di qual consolazione mi sia riuscito l’intendere, che il di lei merito venga riconosciuto ancora de’ più rimoti, e conspicui personaggi del mondo. La mia antica amicizia, che mi fa creder a parte del suo segnalato onore, ha inspirato i due sonetti al mio cuore, e il cuore fu sempre il vero tripode de’ favoriti d’Apollo».

la fronte: il coraggio.

In B, c. 8v, una nota avverte: «La sud(detta)a [lettera] serve di risposta ad una del Florio con cui li faceva avere un sonetto relativo alla visita che ebbe dai Conti del Nord trovandosi in Vicenza nel mese di Xbre l’anno 1781».

Il conte Francesco Florio, canonico di Aquileia, primicerio della cattedrale di Udine: cfr. lett. di M. a Florio del 26 febbraio 1735.

Sui disturbi della salute, e sull’ipocondria in particolare, una sorta di nevrosi simile alla malinconia, cfr. lett. di M. del 18 settembre 1776, del 30 aprile 1777 e del 13 dicembre 1781.

 

poetica ] omette B
troppo ] omette B
quanto io ] quant’io B
sono ] aggiunta, integrazione posta in interlinea A
avrò ] averò B
fossi ] fussi B
incomodi ] incommodi B
mi affrettano ] m’affrettano B
7 ] 8 B
Divotissimo … Vero ] omette