Al Signor Giuseppe Bettinelli
Dopo aver rese a vostra signoria le dovute grazie, non meno della fiducia che ha nel picciolo merito delle mie opere, che della officiosa attenzione di darmi contezza del suo disegno prima d’eseguirlo, corrispondendo con la debita gratitudine, sono obbligato a dissuaderla d’intraprender per ora la consaputa impressione#1. Le ragioni sono, che non avendo io presentemente tanto d’ozio che mi basti per ordinare, e rivedere i componimenti già con troppa sollecitudine piuttosto fuggiti che uscitimi di mano, dovrebb’ella far un miscuglio inconsiderato di cose da me disapprovate, ed alle quali manca per lo più l’estrema mano#2. E contentandosi anche di farlo così, ella sarebbe stata già prevenuta; poiché il signor Pietro Leoni libraio di Roma ha già stampata una raccolta di tutte le mie poesie con mio infinito rammarico, senza aver punto considerato il sopra espresso inconveniente#3. Quando però vostra signoria non abbia repugnanza a sospendere questo suo disegno, potrebbe convenir col mio, il quale è di raccogliere, rivedere, ed ordinare tutte le mie composizioni poetiche, scrivere un trattato sopra il dramma italiano (per qual progetto ho già in pronto tutta la selva) e poi farne una pulita impressione, per la quale potrei a suo tempo intendermi seco#4. Ma per far questo, bisogna ozio; merce un poco rara per me presentemente#5. Con tutto ciò non dispero, lavorando a tratto a tratto, fra gl’interstizi del mio impiego, di giungere al termine di tal disegno#6. E con mille nuove proteste della mia riconosciuta obbligazione, pronto a’ suoi comandi mi dico
Vienna 14 giugno 1732.