Al Signor Calzabigi (a Parigi) da Vienna 22 marzo 1753
In espettazione delle ricerche de’ Signori di Smitmer#1, e del saggio del Signore Gerbault#2 ho differito di rispondere all’ultima del Signore De’ Calzabigi data di Parigi su gli ultimi dello scorso gennaio: ma non essendosi fin’ ora verificate né le prime, né il secondo; suppongo che abbia fatto naufragio il progetto#3: e credo abuso di tempo da non perdonarsi, il cicalare al vento sopra un’idea#4, forse della ragione di quelle che mostrò ad Astolfo su i monti della luna lo scrittor dell’oscura Apocalisse#5.
Non è di questa specie la bella sua canzoncina#6, di cui gli è piaciuto di farmi parte. Io l’ho letta col piacere col quale egli sa ch’io leggo le cose sue#7: e son pieno di riconoscenza per l’obbligante cura d’avermela trasmessa. Già che si è impegnato sul cammino d’obbligarmi, non trascuri il mezzo più sicuro ch’è l’offerirmi in alcun suo comando l’occasione di dimostrargli a qual segno io sono il suo etc.