A Leopoldo (Roma)
Vienna 20 aprile 1737
Fratello Carissimo
Mi rallegro con voi de’ solidi sentimenti di morale che professate nella vostra ultima lettera latina#1, assai più che del divertimento poetico di cui mi fate la descrizzione. Non già ch’io trovi cosa da rimproverarvi in quest’ultimo; ma perché io vado ogni giorno più convincendomi della necessità di que’ primi. E quantunque io conosca a proprie spese, la poca uniformità che s’incontra in noi fra le operazioni e le massime#2; pur non dispero, che l’assidua regolarità del pensare, non comunichi alla fine, qualche regolarità alle nostre azzioni; almeno a quelle, che non nascono da impeto di passione. E che, divenuta abito la frequenza del buon uso delle conoscenze, quando non si ha da contrastar con la macchina, possa rendersi la nostra parte ragionevole valida abbastanza, per reprimere i tumulti, e le ribellioni dell’altra. Non so se mi spiego quanto vorrei, ma la somma è ch’io, sebbene non vegga pronto nell’opere l’effetto delle buone massime, così in me che negli altri; spero che frequentate debbano una volta produrlo.
Ieri mi fu consegnata una lettera del signor Leone Recuperati#3, alla quale ho già risposto, onde dopo averlo nuovamente riverito a mio nome, avvertitelo che mandi alla posta. Sopra l’affare ch’egli mi propone, non ho potuto scrivere di più che offerire tutta la mia assistenza, fuorché dove si tratti di sostenere il pubblico carattere d’agente#4, che a me non sarebbe permesso. Rinnovate le mie offerte, e ringraziatelo dell’onorata proposizione che ha fatta della persona mia.
Mille abbracci al mio signor Peroni,#5 et infiniti saluti a tutta la casa gentilissima Morei#6. Riverisco umilmente mio padre, e tutte le persone che ci appartengono. Addio
Vostro Affezionatissimo Fratello
Pietro Metastasio