A Leopoldo (Roma)
Vienna il 2 del 1740
Fratello Carissimo
Se vi dispiacciono le lettere brevi, questa fra l’altre non avrà l’onor di piacervi. Che volete che io vi dica? Quando sapete ch’io sto bene e che vi amo, siete informato di tutti gli affari che corrono tra noi. Io non ho quella cacoete#1 epistolaria che per flagello de’ galantuomini hanno una quantità di dicitori di niente, e pur qualche volta me la desidero: tanto è vero che la providenza non ha creata cosa alcuna inutile affatto. Vi sono certi vuoti che è necessario riempiere, e non importa di che: questi sono frequenti nel commercio umano, e chi non ha la lubricità suddetta si trova spesso imbrogliato. Io non ho speranza di cambiar natura, onde soffritemi come sono.
Mi rallegro che l’infermo sia fuor di pericolo, rallegratevene sinceramente a mio nome con nostro Padre e baciategli per me la mano.
Al signor Peroni#2 non scrivo in questa settimana, per le ragioni medesime per le quali son breve con voi. Salutatelo da mia parte, non concedete tutte le vostre grazie all’Astrea, in pregiudizio del povero Scipione#3, che alla fine anche egli come l’altra è vostro nipote ex fratre. Addio
Vostro Affezionatissimo Fratello
Pietro Metastasio
Giuseppe Peroni (si veda la scheda biografica a lui dedicata).