Al Signor Giuseppe Bettinelli

Voi, gentilissimo signor Bettinelli, vi scordate di me, ed io per vendetta voglio ricordarmi di voi. Nell’ultima mia lettera accludendovi una picciola cambiale, vi pregai ad avvisarmi d’averla ricevuta, e d’informarmi se vada innanzi la ristampa delle opere del Guarini, nella quale mi trovo associato#1. Non avete fatto né l’uno, né l’altro, e con tutto ciò eccovi il mio Isacco, che si cantò martedì passato nella cappella cesarea#2. Spero di scuotervi dal vostro sonno, e di meritare in risposta alcun vostro comando, del quale pregandovi resto 

Vienna 15 aprile 1740.

 

 

Cfr. Delle opere del cavalier Battista Guarini, In Verona, per Giovanni Alberto Tumermani, 1737-1738, 4 tt. L’associazione consisteva nel pagamento anticipato di una somma di denaro che garantiva ai sottoscrittori, gli associati appunto, di prenotare una o più copie di un’opera in preparazione o in corso di stampa. Così M. scriveva a Stelio Mastraca (29 novembre 1738), ipotizzando la causa dell’interruzione della corrispondenza con Bettinelli: «Per obbligarvi a rispondermi, eccovi una commissione. Scrivetemi se il Bettinelli è vivo, ed informatevi se vuol esser morto per me, ché in tal caso farò cantare una messa di requie per l’anima sua. Egli avea il carico di trasmettermi i tomi che vanno uscendo delle Antichità greche e latine. Giunto sino al tomo 22 si è fermato, non mi scrive più, ed io so che ne son fuori alcuni altri. Di più io sono nella società della ristampa delle Opere del Guarini fatta dal Tumerman a Verona: ne ho avuti due tomi, e non so se sia finita così o se debbano seguitar altri per compiere l’opera. Credo che il caro signor Bettinelli sia meco corrucciato perch’io ricusai d’esser padrino d’un figlio che gli nacque l’anno scorso».
 

L’Isacco fu recitato nella cappella imperiale di Vienna il 12 aprile 1740. Cfr. la lettera a Bettinelli del 28 marzo 1739.