Al Signor Giuseppe Bettinelli
È un nuovo tratto della vostra cortesia, gentilissimo signor Bettinelli, l’obbligante sorpresa che mi ha cagionata una cassetta di libri inaspettatamente consegnatami da questa dogana. Ma è motivo per me di confusione la dedica, di cui vi è piaciuto onorarmi: la quale non saprei perdonarvi, se non a patto che mi facciate conoscere l’autore della felice, nitidissima lettera che basta per distinguere questa sesta edizione. Io non posso ammirarne abbastanza, oltre la purità dello stile, il prudentissimo artificio, col quale dicendo a mio vantaggio quanto può dire un appassionatissimo amico, ha saputo ammirabilmente isfuggire certe solenni formole panegiriche, più atte a far che arrossiscano i lodati che a procurar loro la stima del pubblico#1. Vi prego di chiamare a parte de’ veri miei infiniti rendimenti di grazie cotesto mio non meritato fautore: e vi assicuro che la porzione de’ medesimi che tocca a voi, crescerà a dismisura, ove, palesandomene il nome, vogliate abilitarmi a determinar la mia presentemente incerta riconoscenza.
Ho nel tempo medesimo ricevuta una copia del vostro Platone#2: e ringraziandovi dell’attentissima memoria, vi priego d’avvisarmene il prezzo, perch’io possa pagare il mio debito.
Credo che si rappresenterà ben presto in Dresda una mia nuova opera#3; ed un’altra in questa corte nel prossimo carnevale#4: onde aggiungendo queste a tutto ciò che manca nell’edizione in 4, credo che avreste materiali per un quinto tomo, che sarebbe gratissimo a chi si trova con gli altri quattro#5. Suggerisco, ma non consiglio. Voi sapete meglio di me ciò che vi convenga. Conservatemi la vostra amicizia, e credetemi costantemente
Vienna 23 ottobre 1743.
Cfr. Opere di Platone tradotte da Dardi Bembo.
Ossia Ipermestra, rappresentata al teatro di Corte di Vienna il 17 gennaio 1744.