Ad un Amico#1

Vienna, 5 marzo 1734#2

Amico carissimo

Il piacere che voi mostrate del felice incontro del mio Demofoonte non mi consola meno che l’incontro medesimo nella maniera, con la quale vi esprimete nel riferirmelo#3. Io conosco chiaramente che voi n’esultate come di cosa propria, e questo interesse che prendete delle mie cose è un argomento troppo convincente della vostra vera amicizia non meno che del vostro buon cuore. Ve ne rendo grazie, e vi assicuro d’una sincera corrispondenza.

          Sono breve anch’io, come siete voi, non per vendetta, ma per imitazione di prudenza, e per mancanza di quella troppo comune abilità di saper riempiere i fogli di nulla. Riverirete a mio nome la gentilissima signora Catarina#4, e voi amatemi, come solete, e credetemi

 

 

Il destinatario della lettera, che può essere identificato con certezza in Giuseppe Peroni dal riferimento a «Catarina», viene espressamente individuato nella tradizione a stampa a partire da Ro1784.
 

La stessa datazione è attestata in Ro1784; Ni1786-7; Tr1795 e trova conferma fino a Carducci1883. La data viene correttamente spostata al 5 marzo 1735 in Brunelli, III, pp. 124-125, per il riferimento alla rappresentazione romana del Demofoonte.
 

M. si riferisce al Demofoonte andato in scena al teatro Tordinona a Roma nel carnevale del 1735 con la partitura di Francesco Ciampi, su cui cfr. a Peroni, 26 febbraio 1735. Sulla ricezione in patria del Demofoonte si veda anche a Leopoldo Trapassi, 5 marzo 1735.
 

Si tratta della sorella di Giuseppe Peroni (n. 1693), moglie dal 1736 di Pier Leone Ghezzi.