Ad un Amico#1
Vienna, 18 ottobre 1736#2
Amico carissimo#3
Da mio fratello, che ne ha avuta da me replicata commissione, avrete sentite le cause#4 della mia tardanza in rispondere a’ vostri cordiali auguri in occasione delle passate feste. Allora l’ho fatto col cuore, ed ora ve ne rendo grazie, e contracambio anche per iscritto, con la solenne protesta, che non intendo di farlo per formalità ma per sincera, tenera, e inalterabile amicizia.
Delle nozze auguste qui celebrate non vi do conto, perché si parlerà di questa materia in tutte le lettere che si scrivono di qui. Vi dirò solo che mai#5 al mondo mi son trovato nell’imbarazzo di questa volta. Ho dovuto scrivere un’opera in diciotto giorni, e mezzo, spazio così angusto per me, che ordinariamente v’impiego tre mesi, che mi fa tremar l’impegno anche dopo esserne uscito#6. Basta, l’è andata: e forse a riguardo del rischio, in cui mi son posto, gli augustissimi padroni, gli sposi, la corte, e la città hanno mostrato di non avvedersi di questo mio più tosto aborto, che parto. Sua altezza reale, cioè il duca di Lorena#7 in testimonio del suo gradimento mi ha regalato un anello formato d’un sol brillante, il cui valore secondo il voto degl’intelligenti, è quattro in cinquecento ungari: distinzione grande, e perché eccede il mio merito, e perché nessuno de’ miei antecessori in somiglianti occasioni hanno mai ricevuta cosa dagli sposi de’ loro secoli.
Che fa la signora Caterina#8? Riveritela umilmente in mio nome. Ho tanti debiti in materia di lettere, che non posso dilungarmi, come vorrei. Lo farò bene un’altra volta. Amatemi in tanto, comandatemi, e credetemi
La formula Amico carissimo è sostituita da Carissimo amico in Ro1784.
La lezione cause è sostituita da cagioni in Ro1784; Ni1786-7; Fi1787-9; Tr1795.
La lezione mai è sostituita da non mai in Ro1784; Ni1786-7; Fi1787-9; Tr1795.
Francesco III, duca di Lorena e sposo di Maria Teresa.
Si tratta della sorella di Giuseppe Peroni (n. 1693), moglie dal 1736 di Pier Leone Ghezzi.