Ad un Amico#1

Vienna, 27 ottobre 1734#2

Amico, e Signor mio

Io vi sono debitore di#3 lungo tempo di risposta ad una vostra cortesissima lettera, nella quale mi deste conto dello stato della famosa lite, e delle sollecitudini dell’eminentissimo Gentili per favorirmi in quella#4. Mi vergogno di aver tardato tanto a farla, ma ho sempre contato su la vostra discretezza, ed ho incaricato sempre mio fratello di scusarmi con voi, dimostrandovi, come io mi trovava oppresso dalle molte occupazioni. Oggi benché la prossima rappresentazione del mio Temistocle mi tenga eccessivamente occupato#5, non ho saputo differir di scrivervi, stimolato dal racconto che mi fa mio fratello, che avete ancor voi conferito all’esito felice della suddetta lite, e parlando di quella, e facilitando a lui l’accesso al predetto porporato.

          Ve ne rendo vivissime grazie, e desidero le occasioni di poter rendervene il contracambio. Vorrei, caro amico, esser lungo, ma non è veramente possibile. Credetemi intanto, che io persuaso dell’amor vostro per me, vi amo di tutto cuore, e che sarò perfettamente
 

Il destinatario della lettera viene espressamente individuato nella tradizione a stampa a partire da Ro1784.
 

La stessa erronea datazione è attestata in Ro1784; Ni1786-7; Fi1787-9; Tr1795 e trova conferma fino a Carducci1883. La data viene congetturalmente spostata al 27 ottobre 1736 in Brunelli, III, pp. 143-144, per «gli accenni alla “famosa lite” e alla prossima rappresentazione del Temistocle, che seguirà infatti il 4 novembre» (ivi, p. 1199).
 

La lezione di è sostituita con da in Ro1784; Ni1786-7; Fi1787-9; Tr1795.
 

M. si riferisce alla lite giudiziaria per l’eredità di Marianna Benti, che vide coinvolto Domenico Bulgarelli fino al marzo 1737, e allude al coinvolgimento dell’influente cardinale Antonio Saverio Gentili (1681-1753). L’«autorevole protezione» di Gentili, al quale M. non aveva mancato di mandare i suoi omaggi già nelle lettere a un Amico del 3 aprile, 17 e 19 luglio 1734, era stata personalmente richiesta al cardinale nella lettera a lui indirizzata del 17 marzo 1736, dopo che la lite, che sembrava ormai «sopita», era «nuovamente risorta». Sulla questione si vedano Angelo De Gubernatis, Pietro Metastasio. Corso di lezioni fatte nell’Università di Roma nell’anno scolastico 1909-1910, Firenze, Le Monnier, 1910, pp. 228-247; Antonio Costa, Pagine metastasiane, Milano ecc., Sandron, 1923, pp. 89-92. Per il profilo biografico del cardinale cfr. Dario Busolini, Gentili, Antonio Saverio, in DBI, LIII, 2000, pp. 253-255.
 

Il Temistocle andò in scena per la prima volta a Vienna il 4 novembre 1736 su musica di Antonio Caldara, in occasione dell’onomastico di Carlo VI.