Ad un Amico#1
Vienna, 5 del 1737#2
Amico carissimo
Vi rendo mille grazie delle informazioni che mi avanzate intorno al matrimonio del Bulgarini#3, nel quale non prendo altro interesse, che quello di amicizia, e non essendo più tempo di dar consigli, mi restringo unicamente a desiderarglielo felice. I guai di mio fratello non lasciano di turbarmi. Lo credo afflitto, e non mi dispiace, sperando che queste scosse lo risveglino da una certa sonnolenza che cominciava a divenir letargo. Io l’amo, come si deve, l’amo uomo di garbo, e se vorrà esserlo (come può) io mi vanterò della mia tenerezza per lui. In altro caso, caro amico, procurerò di vincere la mia natural passione, e dirò: «Curavimus Babilonem, et non est sanata, derelinquamus eam»#4. Spero che non si verrà a questo caso, come priego Iddio#5. Gli ho scritto secondo la vostra insinuazione, della quale vi sono tenuto, come finora dell’interesse che prendete delle persone che m’appartengono; ed abbracciandovi teneramente resto
La lezione Iddio è sostituita da Dio in Ro1784; Ni1786-7; Fi1787-9; Tr1795.