Ad un Amico#1

Vienna, 26 aprile 1738

Amico carissimo

Era ben tempo che una volta vi ravvedeste, e che s’interrompesse cotesto vostro impertinentissimo silenzio. Grazie al signor abate Carlucci#2, che vi ha obbligato a quest’atto. Quando egli non avesse merito, basterebbe questo per impiegarmi a servirlo, come farò quando sappia che egli sia giunto in queste parti, e sia pur egli manicheo, non che lorenziniano#3. E perché non sono io nel caso di accettare la vostra obbligantissima offerta, il pensiero che avrei potuto avere, la compagnia di persona che tanto io amo, mi fa sentir più vivamente la pena di non poter eseguire per quest’anno un viaggio da me per altro estremamente desiderato. 

          Vi rendo grazie intanto del cortese gentilissimo invito, a cui vi prego dare occasione di poter corrispondere coll’esecuzione di alcun vostro comando, mentre io abbracciandovi con tutto l’antico nostro cordialissimo affetto mi confermo
 

Il destinatario della lettera viene espressamente individuato nella tradizione a stampa a partire da Ro1784.
 

Il nome dell’abate nell’epistolario ricorre unicamente in questo luogo. In assenza di altri dati, non è stato possibile reperire notizie sulla sua identità.
 

M. allude ironicamente ai seguaci dell’eresia del profeta persiano Mani (III sec. d.C.) e allo scisma dell’antipapa Lorenzo (V-VI sec. d.C.).