Ad un Amico#1

Vienna, 21 ottobre 1740#2

Carissimo Amico

Ieri nell’entrare del giovedì un’ora, e mezzo dopo la mezza notte passò all’altra vita il mio augustissimo padrone#3 Carlo VI#4. Non occorre che vi dica di più per farvi concepire la mia desolazione. Gli ultimi giorni della sua vita preziosa#5 ci hanno fatto conoscere il peso della nostra perdita, poiché non ci è stato momento, in cui non abbia date prove di pietà, di costanza, ed amore verso i suoi popoli. È spirato adempiendo fin all’ultimo istante le parti di cristiano, di padre, di principe, e di eroe. Le mie lacrime, che non ispargerò più giustamente, non mi permettono di dilungarmi. Mi trovo così oppresso dall’aspetto della pubblica disgrazia, che non sono ancora capace di esaminare le circostanze della mia. La sua infermità ha durato sette giorni, e alcune ore, ed è stata un’infiammazione di stomaco mal conosciuta dai medici. Imploratemi costanza da Dio, che veramente non me ne sento abbastanza provveduto. Addio caro amico#6
 

Il destinatario della lettera viene identificato con Giuseppe Peroni in Brunelli, III, p. 195, ma le ragioni dell’attribuzione non vengono argomentate. L’indizio più convincente, anche se non del tutto probante, è il riferimento contenuto nella lettera a Leopoldo Trapassi, 22 ottobre 1740, in cui M., esprimendo la sua costernazione per la morte di Carlo VI, scrive: «Per un corriere scrissi al Signor Peroni; salutatelo, e pregate Dio che dia costanza». In Ro1784, Ni1786-7, Fi1787-9, Tr1795, fino a Carducci1883 il destinatario viene tuttavia indicato come un generico «amico», mentre viene individuato in Peroni in Angelo De Gubernatis, Pietro Metastasio. Corso di lezioni fatte nell’Università di Roma nell’anno scolastico 1909-1910, Firenze, Le Monnier, 1910, p. 301, e, sulla scorta di Brunelli, in Pietro Metastasio, Opere, a cura di Mario Fubini, Milano-Napoli, Ricciardi, 1968, p. 615. Della lettera, inoltre, esiste una copia manoscritta non databile e di mano non attribuibile, conservata insieme ad altre epistole in un fascicolo intitolato Lettere inviate a varij Personaggi qui in Roma e custodito presso il fondo Amaduzziano 43 della Biblioteca dell’Accademia dei Filopatridi di Savignano sul Rubicone.
 

La datazione è confermata in Ro1784, mentre la lettera compare priva dell’indicazione di data in Ni1786-7, Fi1787-9, Tr1795. In Marc’Antonio Aluigi, Storia dell’abate Pietro Trapassi Metastasio poeta drammatico, Assisi, Sgariglia, 1783, pp. 104-105 (e nella tradizione che origina da questa fonte, ovvero Carducci1883, p. 135; Brunelli, III, p. 195; Pietro Metastasio, Opere, a cura di Mario Fubini, cit., p. 301) la datazione è anticipata al 20 ottobre 1740, ma l’espressione «Ieri nell’entrare del Giovedì» sembra confermare che l’epistola fu scritta venerdì 21 ottobre 1740, il giorno dopo la morte di Carlo VI. Riporta invece la data del 22 ottobre 1740 la copia manoscritta conservata nel fondo Amaduzziano 43 della Biblioteca dell’Accademia dei Filopatridi.
 

La lezione Padrone è sostituita da Principe nella copia manoscritta conservata nel fondo Amaduzziano 43 della Biblioteca dell’Accademia dei Filopatridi.
 

Sulla morte di Carlo VI, avvenuta il 20 ottobre 1740, si vedano anche a Leopoldo Trapassi, 22 ottobre 1740, e a Gori, 12 novembre 1740. Il decorso della malattia viene ampiamente descritto in Aluigi, Storia dell’abate Pietro Trapassi Metastasio, cit., pp. 103-105.
 

La lezione vita preziosa è sostituita da preziosa vita nella copia manoscritta conservata nel fondo Amaduzziano 43 della Biblioteca dell’Accademia dei Filopatridi.
 

In Ro1784, II, p. 114, si aggiunge la formula di congedo «Divotissimo Obbligatissimo Servitore | Pietro Metastasio».