Al Signore Calzabigi (a Parigi) da Vienna 31 Maggio 1754
Un concorso d’accidenti che mi hanno tanto ingratamente quanto indispensabilmente occupato, e le irregolarità di mia salute#1, sono la cagione ch’io non rispondo amico stimatissimo prima del fin di maggio alla gentilissima vostra che mi fu resa verso la metà dello scorso#2.Non ve ne dimando perdono, ma compatimento poiché le disgrazie non sono delitti#3.
Fidatevi della mia esperienza su i vantaggi che hanno ritratti i miei drammi da’ cambiamenti, aggiunte, o accorciamenti ch’io vi ho fatti, e particolarmente nell’Alessandro#4. Quella parlata appunto (per cagion d’esempio) dell’artificiosa Cleofide, io mi sono avveduto che sul teatro raffredda il corso dell’azione, e colorisce troppo svantaggiosamente il carattere di Cleofide#5: onde si sbadiglia nell’uditorio, finché la gelosia di Poro non viene a solleticarlo, et a giustificare a titolo di vendetta gli eccessivi favori de’ quali è prodiga Cleofide con Alessandro#6. Il terzo atto poi mancava di moto, e di chiarezza, e presentemente è una catastrofe delle più vive ch’io abbia mai scritto, e delle meno oscure#7. Né per insinuarci (in grazia degli scolari) la famosa più che rara risposta di Poro#8, io vorrei frapporre ozio al violento corso dell’azione. Per gli sciocchi poi, che misurano il merito del libro dal numero de’ versi#9, v’è il suo rimedio. Relegate al calce dell’opera a cui appartengono, o del volume che l’include i versi, e le arie resecate dell’autore#10, e tutti vi troveranno il conto loro: oltre di che io prenderò appunto questo motivo nella lettera che vi scriverò da stamparsi#11: e l’editore, e l’edizione non ne risentiranno svantaggio.
Se volete mandarmi la vostra prefazione#12, sarà prontamente letta, e sollecitamente rimandata con le mie sincere riflessioni#13. Et in tal caso avvertitemi con qual direzione dovrò rimandarvela per evitar l’eccessivo dispendio a voi. Per evitarlo a me, includetela (senza lettera) in una sopraccoperta#14 con l’indirizzo qui annesso#15: ma avvertite di non accompagnarla, come di sopra ho detto, con lettera per me: il Cavaliere che mi favorisce#16, è franco per sé#17, ma non può distendere il suo privilegio ad altri: e qui si usa incredibile rigore nelle dogane e nelle poste. Volendomi scrivere; valetevi non di questa ma della via ordinaria. Per gli esemplari poi da mandarmisi quando l’edizione sia compita, io non trovo migliore espediente, che unirli a qualche balla#18 di libri che da’ librai di Parigi si spediscono a Vienna: io avvertito avrò cura di ricuperarli, e d’indennizzare il libraio della competente porzione delle spese. Se poi capitasse occasione di persona che venendo a questa volta volesse incaricarsi almeno d’un solo esemplare, mi sarebbe carissimo.
Vi servirò volentieri per le sottoscrizioni dell’Ariosto#19: ma non le sperate molto numerose in Vienna. Il teatro ha familiarizzata questa nazione con le opere mie, ma non con le muse italiane#20. Comandatemi, e credetemi etc.